Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  settembre 19 Sabato calendario

MEGLIO LE FORMICHE O LE CICALE?

«Ogni volta che risparmiate cinque scellini, togliete a un uomo il lavoro di una giornata»: così Keynes provocatoriamente descrisse il cosidetto "paradosso del risparmio". Secondo l’economia classica il risparmio era una virtù; ma poteva divenire un vizio quando i soldi, invece di essere rimessi nel circolo della spesa, venivano lasciati sotto il materasso. Oggi il paradosso del risparmio è tornato alla ribalta con la fatica dell’economia americana. Da una parte, è necessario che le famiglie Usa tornino a risparmiare e riducano il debito record in cui si erano trovate invischiate; ma dall’altra parte questo doveroso risparmio ritarda l’uscita dalla crisi: più risparmio vuol dire consumi frenati e un’economia in cui il 70% della domanda viene dai consumi è un’economia che ha bisogno della spesa delle famiglie se vuole ritrovare un decente tasso di crescita.
Allora, la frugalità è da raccomandare o no? Un recente studio del Fondo monetario (Frugality: Are We Fretting Too Much?, di Yasser Abdih e Evan Tanner, WP/09/197) avanza un’altra provocazione. Ci preoccupiamo troppo del "paradosso del risparmio", dicono gli autori. La tesi è semplice e in fondo di buon senso: non è detto che il risparmio sia qualcosa di sterile. Viene investito in qualche maniera (i soldi nel materasso non sono più di moda).
Se i soldi vanno in banca o in obbligazioni private o in azioni possono finire con l’aiutare direttamente o indirettamente gli investimenti; e anche se vanno in titoli pubblici possono facilitare la spesa in deficit che va a sostituire la spesa privata. vero, ammettono gli autori, che c’è una discrasia fra il tempo in cui non viene fatta la spesa per consumi privati e il momento in cui vengono fatti più investimenti. Ma l’accumulo dei flussi di risparmio privato è possente e finisce con il facilitare la spesa in conto capitale. Oggi (vedi grafico) i migliori saldi finanziari delle famiglie si accompagnano a saldi record nei conti delle imprese: una posizione finanziaria favorevole agli investimenti.