Giovanni Pons, la Repubblica 30/09/2009, 30 settembre 2009
TELECOM, LA QUOTA DI TELEFONICA E’ UN PROBLEMA"
Governo in campo. Obiettivi: far isolare gli spagnoli dagli azionisti Telco ed evitare la vendita delle tv
MILANO - Il governo Berlusconi esce allo scoperto e dichiara la propria volontà di influire sull´assetto azionario e il futuro industriale di Telecom Italia. Lo fa per bocca del viceministro allo Sviluppo economico Paolo Romani che durante un´audizione alla Camera ha definito un problema la quota del 42,3% che Telefonica detiene in Telco, holding che controlla Telecom Italia. « un problema rilevante che si deve risolvere. Ci penserà l´azienda, ma il governo è molto attento». Inoltre Romani ha ripetuto che «l´infrastruttura della rete di Telecom Italia deve rimanere italiana».
Sono passati esattamente tre anni da quando Angelo Rovati, consigliere economico dell´allora premier Romano Prodi, consegnò a Marco Tronchetti Provera un piano per lo scorporo della rete Telecom volta a risolvere i problemi di indebitamento della società e a bloccare sul nascere eventuali cessioni di asset a gruppi stranieri. Ne scoppiò un caso politico, per l´interferenza che il governo cercava di esercitare su una società privata e quotata in Borsa. Ora Berlusconi sta percorrendo la stessa strada di Prodi, esercitando moral suasion sugli azionisti di Telecom, cioè Mediobanca (in cui è presente anche Fininvest con oltre il 2%), Generali, Intesa Sanpaolo e Benetton, affinché non rinnovino il patto di sindacato con gli spagnoli di Telefonica la cui disdetta dovrebbe arrivare entro la fine di ottobre.
Ma all´interferenza del governo si aggiunge l´evidente conflitto di interessi di Berlusconi le cui attività nell´ambito televisivo e finanziario stanno pericolosamente incrociando con i destini di Telecom Italia. noto per esempio che il patron di Telefonica Cesar Alierta stia cercando di affiancare in Spagna la Telecinco del gruppo Mediaset-Fininvest nell´acquisto di Digital Plus, società del gruppo Prisa, editore di El Pais che controlla anche la tv Cuatro. Un sostegno interessato che sarebbe volto ad ammorbidire le posizioni del governo italiano sulla presenza di Telefonica in Italia.
In secondo luogo gli uomini di Berlusconi avrebbero messo il veto alla vendita delle infrastrutture digitali di Telecom Italia Media, per timore che cadano in mani di concorrenti scomodi per Mediaset. Il vicepresidente Giovanni Stella ha ricevuto alcune offerte allettanti per questi asset, in particolare da alcuni fondi investimento esteri, che vorrebbe portare al prossimo cda di metà ottobre. La vendita dei mux potrebbe liberare Ti Media del forte indebitamento (circa 380 milioni) nei confronti della controllante Telecom ed evitare un corposo aumento di capitale. Ma è chiaro che queste attività fanno gola sia a Mediaset che al suo principale concorrente, Sky Italia, anche se formalmente non possono comparire come diretti acquirenti. Interesse ancor maggiore se l´obiettivo di Telecom fosse quello di vendere anche le reti La7 e Mtv, in perdita ormai da diversi anni.