Giuseppina Manin, Corriere della sera 30/09/2009, 30 settembre 2009
«SANT’AMBROGIO, UN VERO COMUNISTA»
Dario Fo: Vangelo alla mano, difese i deboli e condannò i latifondisti
MILANO – Forse non è un caso che entrambi siano nati a Treviri. Aurelio Ambrogio, futuro vescovo, santo e patrono di Milano nel 334, Karl Marx, futuro teorico del materialismo storico nel 1818. «Vero, ma quella frase destinata a cambiare la storia l’ha detta per primo Ambrogio», assicura Dario Fo. Quale frase? «Che solo il furto ha fatto nascere la proprietà privata. Quindici secoli prima di Prudhon e Marx, Ambrogio usava le stesse parole per condannare il possesso delle cose. Un vero comunista ante litteram, o meglio un vero cristiano ».
Tanto da far decidere a Fo, dopo essersi fatto beffe di papi e monsignori, di indossare lui stesso la clamide di quel vescovo anomalo, che se non fosse per le tante citazioni storiche sembrerebbe uno dei personaggi paradossali inventati dal Nobel.
«Invece è tutto vero», garantisce Dario, dal 6 ottobre con Franca Rame al Piccolo Teatro in Sant’Ambrogio e l’invenzione di Milano .
«Quella di Ambrogio è una storia straordinaria – prosegue ”. Tanto per cominciare, non solo non era prete, né battezzato. Nato in una famiglia ricca, è un agnostico con una gran carriera davanti. Colto, ottimo organizzatore, esperto di questioni amministrative, viene mandato a Milano come consularis major . Dove, nonostante il cristianesimo sia ormai religione di Stato, continua a resistere una forte comunità ariana. Morto il vescovo ariano Aussenzio, la nomina del successore rischia lo scontro religioso. Un ariano o un cristiano? Grande oratore, stimato per la sua onestà, Ambrogio è invitato a far da arbitro in una pubblica assemblea a San Lorenzo. E lo fa così bene che alla fine tutti lo acclamano: vogliamo te come vescovo!».
Ambrogio proprio non se lo aspettava. Tanto più, continua Fo, che lui si trovava benissimo tra mille agi e onori. «Datemi tre giorni», chiede Ambrogio per prender tempo.
«Come mossa estrema organizza a casa sua un’orgia-sceneggiata e invita gli amici più libertini... Fanno un tale baccano da far arrivare i gendarmi. Gran scandalo. E Ambrogio si dichiara subito colpevole. Dice alla gente: vedete? Vi sbagliate. Nessuno è più indegno di me».
Perfetto, gli ribattono, «sei proprio quello che cercavamo. Un uomo che riconosce i suoi peccati, non un ipocrita: vieni a fare il vescovo».
Nel giro di una settimana, Ambrogio viene battezzato, ordinato diacono, sacerdote, vescovo. il 374, il 7 dicembre. Data destinata a diventare la festa di Milano. Il primo miracolo lo compie subito: la sua trasformazione.
«Prende così sul serio il ruolo da devolvere al popolo tutti i suoi beni. E, Vangelo alla mano, si fa avvocato difensore dei deboli, degli sfruttati. Violente le sue parole contro i ’possessores’, i latifondisti del tempo. La terra non è vostra ma di chi la coltiva, sostiene invitando alla comunione dei beni, ad aprire i granai della giustizia. I ricchi gridano al sacrilegio, se non lo fanno fuori è perché ha dietro un consenso spaventoso».
«Quando muore, a 64 anni, tutta Milano accorre a rendergli omaggio. Invece di essere sepolto in una bara di legno aperta, come aveva chiesto, viene messo in un catafalco dorato. Ma ecco che sulla piazza scende improvvisa una fitta nevicata nonostante sia primavera. Non si vede più nulla. Il feretro cade, la salma finisce a terra. La portano a braccia, il volo al cielo come voleva lui. Ambrogio non lo si poteva contraddire neanche da morto ».
Una curiosità: Dario Fo e Franca Rame si sono sposati il 24 giugno 1954, nella basilica di Sant’Ambrogio.