Marcello Bussi, Milano Finanza 30/09/09, 30 settembre 2009
La Russia tornerà a privatizzare - Putin rassicura gli investitori esteri. lo stato cederà quote dei gruppi energetici - «Non ci sarà un ritorno al passato: la Russia resterà un’economia liberale di mercato»
La Russia tornerà a privatizzare - Putin rassicura gli investitori esteri. lo stato cederà quote dei gruppi energetici - «Non ci sarà un ritorno al passato: la Russia resterà un’economia liberale di mercato». Lo ha proclamato ieri a Mosca il premier Vladimir Putin nel corso di un forum sugli investimenti organizzato dalla banca Vtb. E il ministro delle Finanze Aleksei Kudrin, dopo aver annunciato in parlamento che la Russia è finalmente «uscita dalla recessione», ha spiegato che nei prossimi tre anni lo Stato «ridurrà gradualmente» le quote detenute nelle società petrolifere e di telecomunicazione, oltre che nelle banche, compresa Vtb. Il ministro ha anche assicurato che il rublo non corre il rischio di essere svalutato se il prezzo del petrolio rimarrà sopra 58 dollari al barile. Il Cremlino dunque cerca di rassicurare gli investitori internazionali, preoccupati dalla crescente influenza del governo di Mosca nell’economia a causa della crisi, cercando di far dimenticare che il processo era cominciato prima del fallimento di Lehman Brothers, avvenuto un anno fa. Putin sembra essere già riuscito nel suo intento, visto che proprio ieri Mark Mobius, presidente di Templeton Asset Management e mago degli investimenti nei mercati emergenti, ha dichiarato che entro fine 2010 la borsa di Mosca può superare il massimo storico toccato il 19 maggio 2008. Questo significa che, dopo aver guadagnato il 100% da inizio anno, nei prossimi 27 mesi l’indice Rts potrebbe salire di un altro 98%. Questo perché, ha spiegato Mobius, le valutazioni dei titoli quotati a Mosca sono ancora «molto economiche», pari a 14,5 volte rispetto agli utili contro le 20,4 volte dell’indice Msci dei mercati emergenti. Mobius ha sottolineato che dei 25 miliardi di dollari gestiti da Templeton, 2 sono investiti in Russia, in particolare nei titoli energetici Lukoil, Rosneft e Gazprom, aggiungendo che anche le banche di quel Paese offrono «grandi opportunità». Punta sulla Russia anche Goldman Sachs, che ha previsto per i prossimi 12 mesi un rialzo del 35% della borsa di Mosca, trainata dall’aumento del prezzo del greggio, stimato fino a 90 dollari al barile per il 2010. Ieri intanto la Banca centrale russa ha tagliato i tassi d’interesse di 50 punti base portandoli al 10%. Si tratta della settima riduzione consecutiva da aprile ed è il segnale che l’economia ha ancora bisogno di una spinta. Putin ha comunque detto che il pil quest’anno diminuirà dell’8%, migliorando la stima precedente di un calo dell’8,5%. Il premier ha assicurato che «man mano che la situazione si va stabilizzando intendiamo sistematicamente e puntualmente diminuire le interferenze dello Stato nell’economia», puntualizzando che il governo non ha in mente «né nazionalizzazioni su vasta scala, né uno scivolamento nella regolamentazione amministrativa».