Pietro Greco, l’Unità 14/09/2009, 14 settembre 2009
ANNO 61 MILA A.C. L’UOMO COMINCIO’ A VESTIRSI DI LINO COLORATO
Vestiti di lino e di lana, i nostri antenati di 63mila anni fa,amavano tingere i loro tessuti. Un’operazione tutt’altro che semplice, a testimonianza di un’epoca di grande creatività per il genere umano. Sono mille e oltre. Di grandezza microscopica. E di diversi colori: rosa, turchese, grigio e nero. Le hanno trovate in una cava a Dzudzuana, in Georgia. Sono fibre. Soprattutto di lino, qualcuna di lana. Tutte sapientemente intrecciate. Risalgono a 36.000 anni fa. E sono, probabilmente, ciò che resta dei primi vestiti tessuti dall’uomo. La scoperta, di cui ha dato notizia la rivista settimanale «Science» nel numero pubblicato venerdì scorso, è stata realizzata da Ofer Bar-Yosef e dal suo gruppo di collaboratori georgiani, israeliani e americani, nel corso di una serie di scavi protrattisi per molti mesi tra il 2007 e il 2008. E sposta all’indietro di oltre cinque millenni l’origine dei primi tessuti orditi dall’uomo. Non si tratta dei primi vestiti in assoluto: abbiamo le prove che già 70.000 anni fa Homo sapiens, sotto il freddo pungente di una grande glaciazione, aveva imparato a coprirsi il corpo con pelli animali. Ma quelli di Dzudzuana sono i primi tessuti in fibra vegetale. In lino per la precisione, che fioriva copioso in Georgia.
IL GUSTO PER I COLORI
Ma il dato più significativo, forse, non era tanto che quei nostri progenitori avessero imparato a tessere, quanto che avessero imparato a tinteggiare. Ovvero a dare colore alle fibre. Ancora oggi la tintura del lino è impresa niente affatto banale. E, infatti, alcuni studiosi sono scettici sul fatto che quei nostri progenitori fossero in grado di realizzarla. E tuttavia ci sono molti indizi che corroborano la tesi. Il primo è che le fibre hanno diversi colori ed è difficile che la loro tinteggiatura sia stata opera del caso e delle sostanze coloranti con cui sono venute a contatto nel corso di 36 millenni. Il secondo indizio è che nella cava sono presenti i resti di diversi pigmenti, di ogni colore: giallo, rosso, blu, violetto, nero, marrone, verde e kaki. Quegli uomini erano in grado di conferire colore agli oggetti. D’altra parte appartenevano a una delle epoche più creative della storia umana. L’epoca in cui la nostra specie, probabilmente, ha sviluppato il linguaggio e, certamente, hainiziato a dipingere in maniera sistematica, e con un senso estetico straordinariamente sviluppato, le pareti delle caverne e magari piccoli oggetti. L’epoca in cui si è sviluppata l’arte e con essa la capacità di pensiero astratto. Che questa sia stata un’era di straordinaria creatività è indubbio. Tuttavia l’origine dell’arte e anche della capacità di colorare risale a molto tempo prima. Probabilmente a centinaia di migliaia di anni prima e a specie diverse da Homo sapiens. Ci sono indizi che specie ominini utilizzassero pigmenti per colorare sia oggetti che il proprio corpo già 400.000 anni fa.Eci sono indizi, nonancora conclusivi, che i Neandertal sapessero costruire oggetti musicali e, quindi, avessero scoperto la musica. Insomma, la storia dello sviluppo cognitivo dell’uomo è molto lunga e complessa. E, probabilmente, è ancora da scrivere in larga parte.