Federico Rampini, La Repubblica 29/09/09 p. 5, 29 settembre 2009
Di fronte all’ultimo test missilistico iraniano, "una provocazione organizzata" secondo la Casa Bianca, gli Stati Uniti preparano nuove sanzioni
Di fronte all’ultimo test missilistico iraniano, "una provocazione organizzata" secondo la Casa Bianca, gli Stati Uniti preparano nuove sanzioni. "Colpiremo le banche e le tecnologie del petrolio e del gas", ha detto alla Cnn il segretario alla Difesa Robert Gates aumentando la pressione su Teheran in vista del vertice di giovedì 1 ottobre a Ginevra. In particolare si minaccia l’embargo della benzina, che l’Iran, pur essendo ricco di petrolio, per carenza di raffinerie è costretto ad importare per ben il 40 per cento del fabbisogno. L’amministrazione Obama vuole presentarsi in posizione di forza al primo appuntamento ad alto livello con l’Iran da trent’anni in qua, un summit che doveva inaugurare la nuova politica del dialogo e che invece ha cambiato segno dopo le ultime rivelazioni sul secondo impianto nucleare iraniano. L’ostacolo principale sulla strada delle sanzioni restano la Cina e la Russia, con il loro diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza. La Cina ha con l’Iran un interscambio di 100 miliardi di dollari e negli ultimi tempi le compagnie petrolifere cinesi hanno incrementato vigorosamente le loro esportazioni di benzina in Iran. Quanto alla Russia, Medvedev si era dimostrato disponibile a discutere di nuove sanzioni ma oggi sembra ritrattare, forse per l’intervento del meno malleabile Putin. La Russia confina con l’Iran e intrattiene fitte relazioni bilaterale, e ha pertanto interesse a non danneggiare la propria influenza nell’area allineandosi troppo agli Stati Uniti. Washington confida di poter comunque mettere insieme un fronte di paesi europei abbastanza vasto. Tuttavia, al G20 di Pittsburgh, quando Obama ha interrotto i lavori della conferenza per denunciare la scoperta del nuovo sito nucleare iraniano, accanto a lui c’erano Sarkozy e Brown ma non la Merkel, benchè la Germania faccia parte del gruppo dei "cinque più uno" che incontrerà gli iraniani a Ginevra. La Germania intrattiene scambi commerciali ben più intensi che Francia e Inghilterra e una sua defezione renderebbe le sanzioni inefficaci. Anche nell’amministrazione americana vi sono perplessità sull’efficacia delle sanzioni, e il segretario di stato Hillary Clinton ha ammesso che finora le sanzioni contro l’Iran sono state "un colabrodo"; e secondo esperti del Council on Foreign Relations, "le sanzioni servono solo a tenere buona la coscienza, e ad evitare di fronteggiare la vera alternativa: accettare un Iran nucleare o ricorrere all’opzione militare".