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 2009  settembre 29 Martedì calendario

TEHERAN LANCIA I SUOI MESSAGGI


NEW YORK
I guardiani della rivoluzione lanciano i missili a media e lunga gittata, portando a termine con «successo» le esercitazioni balistiche «Grande Profeta 4», inaugurate da Teheran domenica mattina. Subito dopo l’alba dalle batterie installate nel deserto centrale iraniano sono partiti gli Shahab 1 e 2, (gittata 300-700 km), preludio al lancio degli Shahab 3 e Sejil, con portata di duemila chilometri. «Con i nostri missili possiamo raggiungere tutta la regione», avverte il comandante delle forze aeree dei Pasdaran, Hossein Salami. Intanto il capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, generale Hassan Firuzabadi, inaugurando un impianto per la produzione di combustibile solido per missili, ha messo in guardia la «tigre di carta» israeliana che, se mai attaccherà l’Iran, «esalerà l’ultimo respiro».
Parigi ha chiesto a Teheran di «cessare immediatamente ogni attività destabilizzante», mentre per il Foreign Office britannico «l’Iran sta inviando alla comunità internazionale un segnale sbagliato, e proprio alla vigilia dell’incontro del 5+1 di Ginevra», (Usa, Gb, Francia, Russia Cina e Germania). Ma è «l’arroganza occidentale» e la «propaganda» contro il nuovo sito di arricchimento dell’uranio che rischia di causare il fallimento dei negoziati svizzeri del primo ottobre, secondo il capo della commissione Esteri del parlamento iraniano, Alaeddin Borujerdi, che ribadisce: «Sul nucleare non accetteremo nessuna nuova condizione». La Casa Bianca definisce i test di ieri «un altro atto di natura provocatoria» e ribadisce che nei colloqui di giovedì l’Iran dovrà garantire «un accesso senza limiti e senza restrizioni» all’impianto di Qom durante i controlli dell’Aiea, per i quali non è ancora stata fissata una data.
Per la Casa Bianca i nuovi test missilistici iraniani rafforzano la decisione di spostare l’attenzione dallo scudo antimissile al tipo di vettori che Teheran sta sviluppando. Sulla questione è intervenuta la Russia, che ha invitato a «non cedere alle emozioni»: «Pur condividendo il fatto che i test creano preoccupazione quando avvengono sullo sfondo di problemi irrisolti come il dossier nucleare iraniano, è necessario calmare gli animi e lavorare per un processo produttivo di negoziati». In ogni caso, secondo il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, «se da qui a fine anno non si vedranno passi in avanti, dovremo trarre conclusioni severe».