Danilo Taino, Corriere della sera 29/09/2009, 29 settembre 2009
ECONOMIA, SI CAMBIA. MA ANGELA NON HA FRETTA
Lavoro, fisco, tagli alla spesa sono le priorità della nuova coalizione nero-gialla
BERLINO – Ieri, Angela Merkel era ancora piuttosto «socialdemocratica», sullo slancio di quattro anni in Grande Coalizione con la Spd. Domanda, in una conferenza stampa: qual è la sua priorità? Risposta: affrontare la disoccupazione, che è all’ 8,3% ed è prevista in aumento nei prossimi mesi. Editto buono per tutte le stagioni, accettabile da qualsiasi coalizione. Ma il suo nuovo alleato nel governo che dovrà formare nelle prossime settimane, il liberale Guido Westerwelle, qualcosa del genere non l’ha mai detto in campagna elettorale. Piuttosto, ha sostenuto che bisogna creare le condizioni per una crescita dell’economia che assorba la disoccupazione. Che è poi la differenza tra chi mette prima lo Stato sociale e chi il rilancio delle imprese.
Frau Merkel non sembra volere svoltare alla velocità degli elettori. «Mi conoscete, sono così da un po’ di tempo – ha detto ”. Faccio qualcosa per tutti ma non cambio con i colori di una coalizione». Sembra una promessa: nei prossimi giorni, inizieranno i negoziati di programma, oltre che di organigramma, tra la sua Cdu, il partito-sorella la bavarese Csu, i liberali dell’Fdp: la cancelliera riconfermata non intende abbracciare senza condizioni le riforme radicali che chiede il nuovo alleato liberale. Vuole passi brevi e lenti. Non sarà una trattativa facile, il terreno è sconosciuto e dossier di ordinaria amministrazione non ce ne sono.
«Naturalmente insisteremo sulla nostra piattaforma elettorale, durante i negoziati – ha detto ieri il leader dell’Fdp Westerwelle ”. Tasse giuste non mettono a rischio le finanze statali, sono una precondizione per crescita economica, posti di lavoro e, in realtà, finanze pubbliche sane». Già: il prelievo fiscale sarà uno dei primi test del nuovo governo. Sia l’Unione Cdu-Csu sia la Fdp vogliono ridurre le tasse sulle imprese, sulle persone fisiche e alleggerire l’imposta di successione. Le differenze stanno sull’entità e sui tempi. Dal momento che il debito pubblico sta salendo vertiginosamente a causa delle misure anti-crisi prese dal governo di Grande Coalizione, la signora Merkel dice che le tasse si taglieranno ma solo quando e nella misura in cui sarà possibile. Westerwelle, invece, pensa che vada fatto in fretta, perché ciò farà crescere l’economia e porterà a maggiori introiti fiscali. Questo è l’esame principale che il governo di Berlino affronterà nei prossimi mesi per stabilire quanto c’è di liberale nel suo sangue.
Allo stesso tempo, per ridurre deficit e debiti di Stato l’esecutivo dovrà effettuare tagli alla spesa. Westerwelle è stato esplicito: bisogna cambiare parti del sistema di Welfare State – di base lo vuole conservare – per evitare che i sussidi pubblici favoriscano i disoccupati che scelgono di rimanere tali nel lungo periodo, i «fannulloni » nel linguaggio italiano. Frau Merkel è molto più prudente, sa che la Germania è ipersensibile a questo genere di tagli: sarà un argomento acceso di trattativa. Come l’altra richiesta dei Liberali: rendere più facile alle imprese licenziare per permettere che assumano con meno ansie. Sarebbe un miracolo, per Westerwelle, sfondare la prudenza merkeliana su questi temi sociali.
Ieri, la Borsa ha premiato i gruppi energetici tedeschi E.On e Rwe. Una delle maggiori novità del nuovo governo, infatti, sarà la revisione della scelta di chiudere le centrali nucleari del Paese entro il 2020, politica che la signora Merkel si era vista imporre dagli ex alleati della Spd. Ora, di certo la vita di molte delle centrali esistenti sarà prolungata ed è anche probabile che vengano costruiti impianti di nuova generazione, cosa che E.On e Rwe sperano da tempo. Si tratta di una svolta sicura ma, anche questa, da contrattare tra i nuovi partner. La cancelliera, che ha la vista politica lunga, non vuole infatti compromettere il suo rapporto con i Verdi, contrari al nucleare: le piacerebbe anzi strapparli a un abbraccio con la Spd. Anche sull’atomo andrà quindi con i piedi di piombo.
A breve, il test principale della nuova coalizione sarà però il salvataggio Opel. La vendita della casa automobilistica alla cordata tra la canadese Magna e la russa Sberbank non è ancora firmata. E Westerwelle ha più volte promesso che se fosse andato al governo avrebbe riaperto il dossier. La sua preferenza è sempre stata per una liquidazione ordinata della Opel. Il fatto che il salvataggio abbia preso ora una dimensione europea e che ci si aspetti un intervento di Bruxelles contrario al piano ideato da Berlino potrebbe facilitare una svolta nell’intera faccenda. Sarebbe però una smentita delle scelte fatte nei mesi scorsi dalla cancelliera. Anche questo non facile da accettare.
Poi, verranno aperte le carte della Sanità, delle pensioni e quindi della politica estera: scelta del nuovo commissario da mandare a Bruxelles, truppe tedesche in Afghanistan, relazioni da migliorare con Washington, intrecci politico-affaristici certe volte incestuosi con Mosca. Era tutto così orribile, fino a ieri, nella mia Germania? – si starà chiedendo Frau Merkel.