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 2009  settembre 29 Martedì calendario

Quell´idea fissa che fa star male: la dipendenza si cura in clinica - Adagiata in una conca, Bolzano accoglie con la sua quiete i pazienti

Quell´idea fissa che fa star male: la dipendenza si cura in clinica - Adagiata in una conca, Bolzano accoglie con la sua quiete i pazienti. A portarli sino ai piedi delle Dolomiti un problema di non poco conto: un´ossessione irrefrenabile per il sesso che si è tradotta in dipendenza. Il primo passo è chiamare il quartier generale della Siipac, (Società italiana di intervento sulle patologie compulsive), per fissare il colloquio. Negli ultimi 4 anni sono passati nelle stanze della società, 151 sexual addicted (dipendenti sessuali), altri 98 sono stati seguiti dalla struttura romana. Ma la sede di Bolzano ha una particolarità: è dotata di un centro residenziale. «Il percorso inizia con una full-immersion di tre giorni. Solitamente consigliamo anche ai familiari di accompagnare il paziente, visto che la dipendenza intacca tutto il nucleo», racconta il fondatore, Cesare Guerreschi: «Cerchiamo di capire il livello di gravità attraverso colloqui di gruppo e individuali. E solo al termine consigliamo al paziente, se è il caso, di restare nella struttura residenziale». Per dipendenza sessuale s´intendono più cose: esiste la dipendenza dagli incontri, dalle chat erotiche, dalla pornografia online. Ma c´è chi, tra gli esperti, inserisce la sexual addiction in una casella separata: la ricerca nonstop di rapporti sessuali. A delinearne i confini due fattori: incapacità di resistere al richiamo sessuale e un comportamento "pericoloso" con conseguenze negative (economiche, sociali, fisiche). Vero è che a livello medico-scientifico non vi è accordo: è una vera patologia? «Nel Dsm IV (il manuale di diagnostica psichiatrica, ndr) si fa solo un cenno all´ipersessualità», spiega Emiliano Lambiase, psicoterapeuta e autore di La dipendenza sessuale: modelli clinici e proposte di intervento terapeutico (Las editore). Non sono pochi i terapeuti ad avere dubbi. Tra questi Emmanuele A. Jannini, coordinatore del corso di laurea in sessuologia all´Università dell´Aquila. «La dipendenza sessuale? una condizione rarissima e alla quale peraltro credo poco», sottolinea, «chi ha un´intensa vita sessuale generalmente è contento. Se c´è sofferenza, si accompagna ad altre problematiche: sono queste a spingere le persone a chiedere aiuto», taglia corto Jannini. Mentre per Cesare Guerreschi «la domanda che si pongono terapeuti e studiosi è trovare la differenza fra impulsività e compulsività. Si è dipendenti quando si perde controllo sulla capacità di dire no, di resistere all´impulso». Insomma, il mondo della dipendenza sessuale non è facile da afferrare. «L´ipersessualità patologica non è una caratteristica esclusiva della dipendenza sessuale e quindi può nascondere altri disturbi come la personalità borderline», rimarca Emiliano Lambiase che insieme allo psichiatra Tonino Cantelmi ha aperto a Roma il Cedis, un centro specializzato in dipendenze sessuali. In sei anni ha accolto oltre 100 persone, «ma solo il 50% ha continuato un percorso terapeutico», aggiunge Lambiase. Franco Avenia, presidente dell´Associazione italiana per la ricerca in sessuologia (Airs), che all´argomento, con Annalisa Pistuddi, ha dedicato il Manuale sulla sexual addiction: definizioni, diagnosi, interventi (Franco Angeli Edizioni), fa il punto spiegando che «per dipendenza da sesso s´intende una condizione psico-fisico-esistenziale nella quale un individuo percepisce la propria sessualità centrale rispetto alla sua vita e agisce in risposta a un irrefrenabile impulso indipendentemente dagli effetti negativi che può arrecare a sé e agli altri». Da dieci anni Avenia si occupa di dipendenza sessuale, ha stilato «un nuovo questionario, il SAI/2», e ha realizzato «una ricerca su un campione casuale di circa 1500 persone che ha messo in luce come il 5,8% fosse dipendente dal sesso». Ma restano dubbie, per Avenia, le cause. Mentre per la cura «una recente ricerca americana ha dimostrato che i risultati migliori sono stati ottenuti con gruppi di auto-aiuto sul modello degli Alcolisti Anonimi». Di questo si occupa, in Italia, la Slaa, un´associazione per dipendenti dal sesso e dall´amore nata sulle orme di un gruppo americano. «Da noi», racconta uno dei partecipanti, «esistono tre gruppi di auto-aiuto: a Milano, Padova e Roma. In genere sono composti da 5/6 persone, con dipendenze anche relazionali». Anche le strutture sanitarie pubbliche si stanno adeguando: nella Usl 8 di Arezzo, ad esempio, il dipartimento sulle dipendenze ha inserito anche quella da sesso. Ma per il direttore, Paolo Dimauro, «il più delle volte si tratta di una co-dipendenza. Spesso chi fa uso di alcol o cocaina ha anche una compulsività nei rapporti».