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 2009  settembre 29 Martedì calendario

SANTORO

& COMPAGNI COSTANO 500MILA EURO ALLA SETTIMANA-

D’accordo la pluralità e l’intrattenimento. Ma un limite, da qualche parte, andrà pur messo. E invece no. Tra produzioni esterne e programmi fatti in casa ogni settimana dalle tasche della Rai escono una valanga di quattrini. Centinaia di milioni di euro sborsati per ottenere risultati (spesso) discutibili. Per rincarare la dose di chi ha già le tasche piene basta ricordare che oltre 1 miliardo e mezzo di euro arriva ogni anno a viale Mazzini grazie al canone pagato dai cittadini.

Ma andiamo con ordine. E cominciamo col blocco di Santoro e compagni con i loro approfondimenti politici e d’attualità. Messi insieme i tre fedelissimi del centrosinistra Annozero, Ballarò e Che Tempo Che Fa - nonostante i formali distinguo - ci costano quasi mezzo milione di euro a settimana. Ecco i numeri dei tre irriducibili: una puntata della trasmissione di Michele Santoro ”vale” 210mila euro, seguito da Fabio Fazio a quota 175mila. Ultimo, si fa per dire, in questa speciale classifica è Giovanni Floris a 105mila euro. Un gruppetto in cui ci starebbe bene pure Report di Milena Gabanelli (130mila euro). Di tutto rispetto pure il contratto di Serena Dandini: per le 118 puntate di Parla con me si è beccata 710mila euro: roba che nemmeno 40 operai messi insieme. Ampiamente sotto queste cifre, invece, tanto per fare un termine di paragone, Bruno Vespa con Porta a porta (85mila euro).

In tutto Annozero pesa sul bilancio di viale Mazzini per 3,2 milioni di euro: 700mila vanno al ”martire” Santoro per la direzione e la conduzione, 2,5 per tutto il resto. Ecco qualche numero: l’ultimo contratto di Marco Travaglio prevedeva un compenso di 1.700 euro a puntata (35 in tutto), quasi il doppio di Vauro Senesi: per il vignettista satirico c’è un gettone da mille euro ogni giovedì, la stessa cifra che lo scorso anno è stata assegnata a Sabina Guzzanti. Mentre Che Tempo Che Fa su RaiTre sfiora i 5 milioni e al conduttore Fabio Fazio sono garantiti 2 milioni di euro annui. La sua, stando a documenti interni a viale Mazzini che Libero ha potuto consultare, è stata una trattativa assai dura. Con il conduttore che ha posto condizioni precise e vincolanti ai dirigenti di viale Mazzini. Non ha fatto così Floris - che non si può affatto lamentare - ma vale vale più o meno un terzo del suo ”collega” di TeleKabul: per lui un contratto da 350mila euro l’anno.

Ma sono i cosiddetti format, guardando il bilancio da un altro punto di vista, a massacrare i conti della tivvù di Stato. Secondo una ricerca della Fondazione Rosselli, due anni fa - ma la tendenza nel frattempo non sarà cambiata - mamma Rai ha sborsato la bellezza di 1,8 miliardi di euro per programmi commissionati in outsourcing. Dopo lo sport e Sanremo, nel 2007 i programmi più seguiti delle 3 reti Rai sono stati prodotti da una società esterna: la fiction Papa Luciani, della Leone Cinematografica, trasmessa da Rai Uno; l’Isola dei Famosi 4, di Magnolia; Che tempo che fa, prodotta da Endemol per Rai Tre.

Intanto l’Autorità Garante per le Comunicazioni, rispondendo alle sollecitazioni del direttore generale, Mauro Masi, ha ribadito che spetta alla Rai «garantire il rispetto del principio del pluralismo, di correttezza, trasparenza, completezza e indipendenza dell’informazione». In tutti i programmi, altrimenti, oltre alle diffide arriveranno anche le sanzioni economiche. Inserire clausole più rigide nei contratti, dunque, è legittimo.