Nicola Pinna, La Stampa 26/9/2009, 26 settembre 2009
Il paperone sardo abita a Capoterra, a pochi chilometri da Cagliari: gira per il paese con una Ferrari e vive in una bella casa
Il paperone sardo abita a Capoterra, a pochi chilometri da Cagliari: gira per il paese con una Ferrari e vive in una bella casa. Ma senza nessuna ostentazione: la sua abitazione è elegante, ma non è certamente una reggia; nel suo abbigliamento, in tutta la sua vita pubblica non c’è la minima esibizione della grande fortuna economica che gli viene attribuita. Si chiama Sergio Piscedda ed è titolare di una serie di società che si occupano di costruzioni, energie alternative e grandi opere. Ricchissimo ed evasore fiscale, secondo la Guardia di finanza. Il suo patrimonio abilmente nascosto nel Delaware, nel Qatar e in Guinea, stando ai calcoli fatti dalle Fiamme gialle, supera i quattrocento milioni di euro. Una cifra da capogiro che l’imprenditore cagliaritano sarebbe riuscito a mettere insieme grazie alle sue società che lavorano all’estero e che si occupano di costruzioni industriali, realizzazione di opere stradali, gasdotti e acquedotti, ma anche bonifiche ambientali e realizzazione di impianti fotovoltaici. Il nome dell’imprenditore cagliaritano compare accanto a quello del ciclista Davide Rebellin e del pilota di Formula 1 Vitantonio Liuzzi. I due campioni avrebbero nascosto il loro patrimonio milionario nel Principato di Monaco e a Londra, Sergio Piscedda invece avrebbe creato un intreccio di società con sede negli Stati Uniti e operative nel Qatar e in Guinea. In questo modo, sostengono i finanzieri, sarebbe riuscito a evadere il fisco e a nascondere la gran parte della sua ricchezza. La somma di denaro scovata dalla task force di finanzieri, agenti segreti e funzionari dell’Agenzia delle Entrate è una delle più alte tra quelle individuate nei paradisi fiscali. Le tre principali società che fanno capo a Sergio Piscedda hanno tutte sede nella provincia di Cagliari: due a Sarroch e una nella zona industriale di Assemini. Da anni si occupano di lavori importanti in tutta la Sardegna. Oltre a queste imprese, stando all’esito delle indagini della Finanza, l’imprenditore sardo sarebbe riuscito a creare altre società molto lontano dall’Italia. Per riuscire (secondo l’accusa fatta scattare dal sostituto procuratore di Cagliari Guido Pani) ad aggirare i controlli fiscali, non versare le imposte e occultare il patrimonio. Per questo Sergio Piscedda è ora accusato di omessa dichiarazione dei redditi e una parte del suo tesoro è stato sequestrato dalle Fiamme gialle. Nella sede delle sue società, nel corso di una perquisizione scattata durante l’estate, i finanzieri hanno recuperato alcune carte che hanno fatto sorgere i primi sospetti. Dal malloppo di documenti sequestrati si è scoperto tutto lo stratagemma utilizzato per evitare di versare le tasse in Italia. Una volta approfonditi gli accertamenti, si è scoperto che Sergio Piscedda aveva costituito altre imprese in Africa e in America e a quel punto seguendo gli spostamenti di denaro i militari sono arrivati a individuare tutto il tesoretto. Una cifra che, secondo le prime indiscrezioni sull’inchiesta, supera i quattrocento milioni di euro. Tutto denaro che non è stato incassato Italia e portato all’estero, ma che è il frutto del guadagno delle imprese operative in Guinea, Africa e Delaware. Sergio Piscedda, stando alle accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Cagliari, avrebbe creato all’estero alcune società che però venivano amministrate dalla Sardegna. Per questa ragione avrebbe dovuto presentare la denuncia dei redditi in Italia, ma visto che il Fisco non conosceva minimamente l’esistenza delle sue imprese l’imprenditore cagliaritano è finito nel registro degli indagati.