Giorgio Barba Navaretti, Il Sole 24 Ore, 20/9/09, 26 settembre 2009
LA PATATA DI COLOMBO
Patate arrosto. Sbucciate, lavate e tagliate le patate a spicchi. Mettete a bollire dell’acqua salata in una pentola e versateci le patate. Cuocete 7 o 8 minuti. Scolatele e mettetele in una teglia, aggiungete rosmarino, burro fuso e parmigiano. Infornatele a 190° fino a cottura. Respirando intensamente l’aroma che uscirà dal vostro forno sarete divisi tra la golosità e il senso di colpa per le troppe calorie che vi apprestate a ingurgitare. Ma non penserete che è merito della patata se oggi siamo quel che siamo, soprattutto se possiamo vivere serenamente fino agli ottant’anni. L’elogio della patata, dunque, non è solo culinario.
Nathan Nunn e Nancy Qian, giovani economisti, a Harvard il primo e a Yale la seconda, hanno appena pubblicato un minuziosissimo studio dove dimostrano che la crescita della popolazione mondiale, da cinquecento milioni a fine 1600 a un miliardo e seicento milioni due secoli dopo, sia soprattutto riconducibile alla diffusione della patata, importata dagli spagnoli dall’America dopo la conquista dell’impero Inca nel 1533. Questo tubero ha infatti due caratteristiche straordinarie. Primo, ha un contenuto calorico e vitaminico molto superiore a qualunque cibo di sussistenza utilizzato fino ad allora. Era anche l’unica fonte di vitamina C, fondamentale per evitare lo scorbuto. Secondo, la coltivazione del tubero richiede meno lavoro e ha una resa molto maggiore di qualunque altra coltivazione di base. Mezzo acro di terra (circa duemila metri quadrati) è sufficiente al nutrimento annuo di una famiglia di tre o quattro persone, contro 1,7 acri per il grano. Ma le virtù della patata non finiscono qui. Ha anche il vantaggio di poter essere facilmente conservata in inverno ed è un ottimo nutrimento per gli animali. Infine, può essere coltivata in alternanza ad altri cereali, permettendo un’efficace rotazione delle terre. Una famiglia di cinque o sei persone poteva sopravvivere tranquillamente con una mucca e un acro di terra coltivata a patate.
Ma come arrivò in Europa il Solanum tuberosum? Tubero selvatico delle Ande, era coltivato dagli Inca, che la conservavano congelata in grotte sotterranee. Queste erano la base del nutrimento delle migliaia di uomini che lavoravano nelle miniere di argento, la base della straordinaria ricchezza ed espansione dell’Impero spagnolo. I naviganti che tornavano dalle Americhe riempivano le stive di patate e a poco a poco, quelle rimaste alla fine del viaggio iniziarono a essere coltivate e a diffondersi in Europa. Come riporta lo storico William Mcneill il primo documento che dimostra che le patate erano coltivate nel Vecchio Mondo è un acquerello del 1588 del botanico Carolus Closius di un esemplare raccolto in Belgio. Secondo Closius le patate iniziarono a essere coltivate in nord Italia intorno al 1560 e si diffusero rapidamente, in quanto permettevano ai contadini un raccolto che, rimanendo per lungo tempo sotto terra, non veniva requisito dagli eserciti in marcia, contrariamente al grano e ad altri cereali. Gli Stati europei spesso incoraggiarono la sua diffusione. Nel 1744 Federico il Grande di Prussia ordinò ai suoi sudditi di coltivare patate per coprirsi dai rischi delle coltivazioni di cereali, distribuendo tuberi gratuiti e istruzioni per come piantarli.
Ora, in sé la diffusione della patata non dimostra che questa sia la ragione della crescita della popolazione. Generalmente, lo straordinario allungamento della vita media, soprattutto la riduzione della mortalità a partire dal 1820, è associato al progresso nella medicina e nelle condizioni igieniche a cavallo tra Ottocento e Novecento. Gli studi pionieristici dello storico economico Robert Fogel e poi di Joel Mokyr per primi associarono l’allungamento delle aspettative di vita al miglioramento della qualità della nutrizione. Ma non riuscirono a stabilire con precisione un nesso di causalità tra i due fenomeni. Nessuno studio prima di Nunn e Qian aveva dimostrato che in effetti fosse la parte meglio nutrita della popolazione a vivere più a lungo. O che la relazione di causa non fosse piuttosto contraria, ossia che l’aumento della popolazione determinasse la coltivazione del tubero. Il lavoro dei due economisti usa tecniche econometriche estremamente rigorose, che confrontano la dinamica della popolazione tra regioni con caratteristiche geografiche e climatiche adeguate alla coltivazione del tubero rispetto ad altre dove la patata non cresce. Essi così dimostrano che la diffusione del tubero spiega almeno il 22% della crescita della popolazione mondiale. Inoltre, trovano che la patata ha avuto un effetto ancora maggiore sull’inurbamento della popolazione. Aumentando la produttività agricola, il Solanum Tuberum ha determinato le condizioni per l’espulsione di forza lavoro dai campi verso le città. Spero che tutto questo serva a risolvere i vostri tormenti. Sfornate le vostre patate e mangiatele felici. Se vi aumenterà il colesterolo, consolatevi pensando che state celebrando la lunga vita dei vostri antenati!
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1 Nathan Nunn, Nancy Qian, «The Potato’s Contribution to Population and Urbanization. Evidence from a historical experiment», Cepr discussion paper Series, n. 7364, www.cepr.org;
1 Robert Fogel, «The Escape from Hunger and Premature Death, 1700-2100», Cambridge University Press;
1 McNeill, Wiliam H., «How the Potato Changed the World’s History», Social Research, 66, 1999;
1 Mokyr, Joel, «Irish History with the Potato», Irish Economic and Social History.