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 2009  settembre 14 Lunedì calendario

PIETRO DEL RE

AARHUS (DANIMARCA)
dal nostro inviato
Sono alti, biondi e colti. Si chiamano Peter, Hans, Lars o ancora 221, 343, 997. Alcuni hanno già partecipato al concepimento di oltre mille bambini, nati a Brasilia, Dubai o Singapore, che però non conosceranno mai. Questi genitori della tecnoscienza senza frontiere sono i benefattori delle coppie sterili. Sono i semen donor della Cryos, i donatori della prima banca di sperma del pianeta che ha sede ad Aahrus, seconda città della Danimarca, famosa per la sua Università. « per questo che sono quasi tutti studenti, ai quali in cambio del loro prezioso liquido offriamo di che sbarcare il lunario», dice Ole Schou, 55 anni, fondatore e direttore generale della società danese.
All´ingresso della Cryos t´imbatti in un oceano in burrasca nel quale nuotano ciclopici spermatozoi arancioni: è il tema di un vasto dipinto che stonerebbe ovunque, ma non qui. Sulla destra, ecco le stanzette in cui tutto si consuma, con sottofondo di musichetta da aeroporto e uno schermo che trasmette film porno. A fianco, ci sono i laboratori dove lo sperma viene subito analizzato, ripulito e congelato. «Vede, qui dentro c´è di che far nascere circa quattromila bambini», dice Schou, alzando il coperchio di un grosso bidone d´alluminio dal quale fuoriesce una nube biancastra più pesante dell´aria. Già, quattromila potenziali bebè ancora annegati nell´azoto liquido. Prima di essere venduto lo sperma rimane infatti congelato per sei mesi, in quarantena, per esser certi che non veicoli malattie infettive.
Ogni anno Cryos partecipa alla nascita di circa duemila bimbi e spedisce il suo "prodotto" in 64 Paesi, cercando di dribblare in ognuno di essi gli ostacoli che pongono leggi sulla fecondazione artificiale più o meno restrittive. Ci poi nazioni come l´Italia dove la Cryos non ha cittadinanza, poiché la legge 40 sulla procreazione assistita vieta espressamente la fecondazione eterologa.
Dall´inizio della sua storia, ovvero dal 1991, la banca dello sperma danese ha già assicurato quattordicimila concepimenti, in tutti i continenti. Una cifra da primato. Ma anche un dato che fa nascere timori. "How danish sperm is conquering the world", si preoccupava un quotidiano britannico qualche tempo fa. I vichinghi stanno davvero riconquistando il mondo?, chiediamo a Schou. «Macché, è solo la trovata giornalistica di un bravo titolista», sbotta il fondatore della Cryos. «Per diversificare i nostri donatori, e quindi la nostra offerta, abbiamo appena aperto una succursale a New York e una a New Dehli, perché non credo proprio che una coppia africana o asiatica desideri un piccolo con i capelli chiari e gli occhi azzurri».
Con una ventina di impiegati e un fatturato di 3 milioni di euro l´anno, la Cryos è una società in piena espansione. Il business dello sperma funziona a gonfie vele. C´è dell´altro, però. Almeno così sostiene Schou, che interpreta il suo ruolo in chiave umanitaria. «Forniamo aiuto a chi non vuole ricorrere né al turismo procreativo né al cosiddetto "mercato grigio", ossia a un partner qualunque, al primo che capita, per ovviare alla sterilità del maschio». Fino a qualche anno fa, i clienti delle banche dello sperma erano per l´80 per cento coppie eterosessuali, per il 10 per cento coppie lesbiche e per il 10 per cento donne single. Oggi, tuttavia, queste percentuali sono state stravolte da un nuovo modello di società, dove le single raggiungono anche il 40 per cento delle richieste.
In Europa c´è poca offerta di sperma, perché nei Paesi che hanno eliminato l´anonimato dei donatori, tra i quali Svezia e Gran Bretagna, gli uomini che accettano di dare il proprio seme si fanno più rari. Lo stesso vale per la Germania, dove conoscere le proprie origini è un diritto costituzionale. Come accade ai figli adottati, molti nati da eterologa vogliono sempre più spesso conoscere il proprio padre genetico. Immaginate le conseguenze per uno di quei campioni della donazione, uno di quelli che hanno già procreato centinaia di bimbi.
Bombardata di richieste, la Cryos non può più permettersi di selezionare i donatori. Al momento sono circa trecento. Lavorano una decina d´anni, durante i quali si rinchiudono nella stanzetta mediamente cinquecento volte. «Sono loro che ci consentono di offrire un ampio catalogo di prodotti», spiega Ole Schou, il quale sorride quando lo si accusa di eugenismo. «Il concepimento di un bambino è una questione così delicata e così personale che non vedo nessun problema a poterlo fare come meglio si crede, anche decidendo il colore della pelle o dei capelli del nascituro».
In realtà i criteri di scelta sono molto più numerosi, dal momento che esistono decine di tipi di sperma. Si può anzitutto scegliere tra i profili "di base" e quelli "estesi". I primi sono quelli che hanno solo un numero: anonimi, quindi. Gli altri hanno un nome, e provengono da donatori che possiedono spesso un titolo universitario, dei quali di può vedere la foto da bambino e conoscere, volendo, l´albero genealogico. Tutto si basa sulla promessa – sull´illusione, sostengono gli scienziati – che le qualità, anche intellettuali, siano trasmissibili con il Dna.
Cryos offre anche qualcosa di più: la possibilità di trovare un donatore che somigli al padre sterile. Per questo basta spedire ad Aarhus una foto e versare 25 euro. Nulla rispetto a una grande banca del seme californiana, la quale presenta sul suo sito Internet una lista di cosiddetti "donatori somiglianti". Somiglianti a personaggi quali Clark Gable o John Kennedy, Antonio Banderas o Barack Obama.