Laura Serafini, Il Sole-24 Ore 24/9/2009;, 24 settembre 2009
LA CASSA DEPOSITI CHIEDE A LEHMAN 133 MILIONI
L’obbligo di registrazione dei crediti vantati verso Lehman Brothers Holdings sta portando alla luce un’esposizione di imprese, banche, enti locali e persino "costole" del ministero dell’Economia più elevata rispetto a quella denunciata lo scorso anno o addirittura sinora sconosciuta.
il caso della posizione della Cassa depositi e prestiti, la società a prevalente capitale pubblico perchè controllata dal 70 per cento dal ministero di via XX Settembre. La società guidata da Massimo Varazzani ha registrato un credito su derivati da 133 milioni di dollari, uno degli importi più rilevanti sinora iscritto da interlocutori italiani su questo tipo di contratti.
Tra le posizioni più consistenti c’è quella di Banca Imi, che ha rivendicato 132 milioni di dollari (anche se in realtà per un contratto non è chiaro se si tratti di 77 milioni o 776mila dollari; comunque Lehman l’ha registrato come 77 milioni). Se si sommano agli 80 milioni iscritti da Intesa nei giorni scorsi, si arriva a un’esposizione della banca guidata da Corrado Passera di oltre 210 milioni. All’indomani del default Intesa aveva denunciato un’esposizione complessiva di 260 milioni, inclusi 166 milioni di bond. Visto che ora siamo soltanto alla registrazione dei crediti sui derivati i numeri sembrano non tornare.
C’è poi la chicca della Regione Marche, che un anno fa aveva fatto trapelare un’esposizione da 2 milioni di dollari: nel documento di registrazione sono rivendicati 72 milioni di dollari.
La grande impresa italiana non manca all’appello: Telecom Italia ha registrato 104 milioni, Eni 19,5 milioni. Ci sono poi gli imprenditori privati: Benetton con 1,49 milioni, Ferrero con 5,7milioni,De’ Longhi con 1,26 milioni. Last but not least, il mondo bancario e finanziario: Monte de’Paschi di Siena ha registrato 39 milioni, Generali Sicav 1,2 milioni, Abax bank 29 milioni, Banca popolare di Milano 9,3 milioni. Quest’ultima un anno fa aveva dichiarato un’esposizione da 10 milioni, ma va ribadito che sinora le registrazioni riguardano i contratti derivati; l’esposizione sulle obbligazioni emergerà solo con la scadenza del 2 novembre. Ubi banca ha iscritto 6,8 milioni, Centrobanca 7,8 milioni, Credem 2,6 milioni, Euromobiliare 4,6 milioni, Fineco 11,4 milioni, Iccrea 11,7 milioni, Finnat - attraverso Investire Immobiliare sgr- 4,49 milioni. Novità sono emerse anche sul fronte dei dipendenti italiani: Riccardo Banchetti, uno dei maggior bankers di Lehman in Europa divenuto in seguito consulente di Pricewaterhouse, ovvero il curatore di Lehman a Londra, ha avanzato richieste per compensi differiti non pagati per 25 milioni di dollari, la cifra più alta rivendicata da ex manager italiani. Siè fatto avanti anche Roberto Vedovotto, oggi a.d. di Safilo, che ha chiesto 7,6 milioni.
Le registrazioni dei crediti stanno arrivando alla casa madre americana da tutto il mondo. Sinora ne sono stati contati in tutto 17mila, ma i numeri sono destinati a crescere nelle prossime ore.
Tra i creditori che hanno richiesto gli importi più rilevanti all’estero ci sono Morgan Stanley con 1,36 miliardi, Bnp Paribas con 1,29 miliardi, il dipartimento per le tasse e le finanze di New York che ha richiesto 1,2 miliardi. C’è infine una richiesta record da 25 miliardi avanzata dall’associazione bancaria tedesca, che denuncia oneri legati al fondo di garanzia dei depositi bancari nazionali.