Leonetta Bentivoglio, la Repubblica, 24/09/09, 24 settembre 2009
Musica&Robot. Le macchine sonore con anima e cervello - Se la musica è l´anima del mondo, anche i robot potranno conquistare un´anima: arrivano gli androidi programmati per eseguire partiture musicali
Musica&Robot. Le macchine sonore con anima e cervello - Se la musica è l´anima del mondo, anche i robot potranno conquistare un´anima: arrivano gli androidi programmati per eseguire partiture musicali. Un concerto di automi, che suonano percussioni sotto la guida di un direttore-computer, aprirà il 25 settembre a Venezia la Biennale Musica (Teatro delle Tese, repliche fino al 3 ottobre), dedicata quest´anno dal curatore Luca Francesconi al tema Il Corpo del Suono. C´è chi li considera formidabili in quanto «più veloci, resistenti e precisi degli umani, capaci di ripetere lo stesso gesto, con la stessa energia, per un tempo infinito», sostiene fiero Suguru Goto, esponente di punta della Robotic Music e inventore dell´ensemble. Lo formano cinque corpicini muniti di braccia snodabili e svettanti su algide gambette di metallo: marziani decapitati di scarsissimo appeal. Eppure Suguro Goto, che è nato a Tokyo nel 1966, ha studiato in Europa e negli Stati Uniti («il mio brackground è classico») e si è perfezionato in musica elettronica a Parigi, dove lavora all´Ircam, massimo centro internazionale per la ricerca contemporanea sul suono, li trova di splendido talento: «Possono ampliare il raggio di possibilità dell´orchestra, suonare ritmi terribilmente complicati, affrontare partiture che paiono ineseguibili, farci ascoltare musica mai sentita prima». E le emozioni? I sentimenti? L´ineffabile della musica? La lettura personale di un brano? Ciò che gli umani chiamano «interpretazione»? Tutto ciò dove finisce? «I robot sono dotati di cervello», risponde placido il compositore. «Li progetto con la IXS Research Corporation, la compagnia più importante al mondo in un settore più che mai in espansione: in Giappone i portatori di handicap convivono con dei robot». Spiega che «ogni musicista-automa è educato nello stesso modo in cui gli orchestrali sono istruiti dal direttore nelle prove», e che gli automi «capiscono e interpretano la musica che scrivo e invio loro tramite computer. Non solo posso stimolarli a interpretarla come vogliono, ma anche farli improvvisare insieme a me». Aggiunge che «hanno una tale intelligenza percettiva da poter accompagnare musicalmente qualcuno che danza di fronte a loro: lo dimostrerò nella performance veneziana». Tra le strategie di questo musicista-tecnico-performer-artista multimediale, figurano dispositivi che trasformano impulsi in azioni sonore e visive, come strumenti virtuali, e una tuta per musicisti-danzatori, la "Body Suite", che crea un nesso tra movimento corporeo e produzione di suoni grazie a un sistema di sensori. E dato che i robot gradiscono gli strumenti acustici, ora ne sta elaborando uno «che suona la tromba». Magie cibernetiche, fanta-dadaismo, realizzazione del mito dell´uomo-macchina caro alle avanguardie del Novecento, come testimoniano i giochi d´inizio secolo del futurista Luigi Russolo col suo "Intonarumori": Suguru Goto è consapevole delle implicazioni storiche ed esistenziali delle sue imprese. Sa che il robot equivale, in prospettiva, al superamento di abilità e competenze del musicista, ma sottolinea che oggi l´arte «non può sfuggire all´esplorazione del dualismo reale/virtuale». La sfida tecnologica, nella sera d´apertura della Biennale, prende anche altre sembianze: oltre ai robot e ad un concerto dell´Orchestra J Futura, che esegue tra l´altro composizioni di pionieri della rivoluzione in atto quali Varèse e Antheil, irrompe il progetto Emergency Survival Guide del trentaduenne russo Dmitri Kourliandski, il quale porta sulla scena del Teatro delle Tese una Porche Carrera del ´72 per farla interagire in tutte le sue parti con gli strumenti acustici dell´ensemble. «La mia Porche corrisponde alla pipa di Magritte», dichiara, «perché un oggetto, trasferito dal mondo materiale all´arte, perde la sua funzione. La pipa di Magritte non è una pipa come la mia Porche non è un´automobile». Se è vero che l´adozione di strumenti e suoni non convenzionali «attinge a Cage, a Fluxus e al costruttivismo», la sua prima ispirazione, afferma, pesca più lontano, «in brani come La Sinfonia dei Giocattoli di Leopold Mozart, dove affiorano sonorità inusuali, e come il Concerto per Glass Harmonica del figlio Wolfgang». A dispetto di clacson e di spaventevoli robot, chi domina i nostri sogni è ancora Mozart.