Luca Mastrantonio, Il Riformista, 24/09/09, 24 settembre 2009
Un Fatto, due opinioni su Kabul e pezzi da ”Un giorno in Procura” - Dopo il conto alla rovescia telematico, col blog l’antefatto, il Fatto quotidiano è finalmente in edicola
Un Fatto, due opinioni su Kabul e pezzi da ”Un giorno in Procura” - Dopo il conto alla rovescia telematico, col blog l’antefatto, il Fatto quotidiano è finalmente in edicola. E ieri è andato a ruba. Grazie ai lettori "a prescindere" che è riuscito a intercettare, al feticismo da prima copia e al lancio mediatico per l’ostilità in Rai su Anno Zero. Tirature da capogiro, 90.000 copie vendute, oggi se ne tirano 250.000. In prima pagina, ci sono le firme che Padellaro e Travaglio hanno arruolato nell’impresa. Nel suo editoriale, Padellaro, dopo il richiamo alla Costituzione, nomina i maestri del giornalismo cui vuole richiamarsi: Montanelli per l’indipendenza dai padroni ed Enzo Biagi per l’insegnamento di dividere fatti da opinioni. La grafica è spartana, al limite del sadismo estetico. Se Padellaro apre a sinistra con la Carta, gli risponde Travaglio a destra, con un attacco a Minzolini e il suo TgUnico. Al centro, per diletto d’interessi, il caso Santoro, mentre nei richiami c’è la squadra dell’Unità pre-Concita. Antonio Tabucchi, che anticipa il suo libro, Corrado Stajno, che inneggia pure lui alla Costituzione, Paolo Flores d’Arcais che racconta l’alleanza tra Dio e mammona, Luca Telese - ex Giornale - ci presenta un Marino carico di magrezza fassiniana (ha perso molti chili). Di notizie, Il Fatto, ne scodella essenzialmente una, con cui apre. Le indagini su Gianni Letta per presunti favori per strutture di accoglienza per immigrati. Peccato che l’opinione di Woodcock sulle indagini per abuso, turbativa e truffa ai danni di Letta sia mescolata e al fatto, diluito nel finale dell’articolone, che l’accusa di associazione a delinquere è stata archiviata. Il pezzo su Letta, che Peter Gomez e Marco Lillo lamentano sia da mesi nelle redazioni dei giornali - anche all’Espresso dove lavoravano prima? - si basa su informative, intercettazioni e altro materiale da procura, che ancora devono arrivare al pm di Lagonegro. Tutti i pezzi portanti di politica vertono su "Carte" simil-processuali, in stile Un giorno in Procura. Se l’intesa tra Fattoni e magistrati è pressoché totale, sulla guerra in Afghanistan (un fatto costituzionalmente rilevante) c’è il tana libera tutti. Furio Colombo, in «Salviamo il soldato Obama» addita Berlusconi e Bossi come alleati traditori che rischiano di lasciare Obama in grosse difficoltà sul fronte interno. Lealtà massima all’interventismo democratico by Usa, dunque. Massimo Fini, invece, anche lui con richiamo in prima, ma a pagina 18 (mentre Colombo è a pagina 7), tesse un incredibile elogio dei talebani, parlando della «Grande menzogna in Afghanistan». L’attacco è chiaro: «Dobbiamo finirla con la menzogna che siamo in Afghanistan, oltre che per portarvi una democrazia cui a quella gente non importa nulla, per combattere il terrorismo. Gli afgani non sono mai stati terroristi, tantomeno internazionali». Stabilità e sicurezza? «Ci sono state nei sei anni del governo taliban». Il Fatto quotidiano non sfugge dunque alla più classica delle schizofrenie della sinistra sulla guerra: quella di Joker in Full Metal Jacket di Stanley Kubrick. Joker, un soldato-giornalista burlone, va in giro con il motto dei marines sul casco, «born to kill» e una spilla pacifista. Un superiore gli urla contro, e lui si appella alla scissione dell’io.