Antonella Amapane, la Stampa 24/09/2009, 24 settembre 2009
LA VENDETTA DELLE FORME SCONFIGGE LA TAGLIA 38
Parte da Milano la rivolta alle taglie 38 che, ai chiodini tutt’ossa proposti sulle passerelle di New York, risponde nel primo giorno di sfilate con una valanga di curve abbondanti. E non si tratta solo dell’elogio alla pancetta promosso dalla ubertosa Lizzie Miller, la top californiana (80 chili di buonumore) sulla pedana delle taglie plus di Elena Mirò. I corpi per la prima volta lievitano un po’ in tutti i défilé. Compresi quelli dei marchi che producono costumi da bagno.
Griffe che hanno scelto testimonial morbide fuori dal coro delle affamate modelle. Come Belen, seno e sedere polposi che sgusciano dal due pezzi oro di Pin Up, accanto alle tornite Laura Torrisi e Flavia Pennetta. O Amber le Bon, ventenne figlia di Jasmine e Simon, una 42 perfetta, accarezzata dagli interi afro di Parah Noir, accanto all’attrice Margareth Madè. Burrosa pure l’Arcuri nei tailleur di Soprani con tubini che le disegnano il fondoschiena col compasso.
Saltare i pasti è out, la ciccia riveste, sembra essere lo slogan che serpeggia dietro le quinte di Milano Collezioni dove, al posto dei gambi di sedano, compaiono panini al salame e bignè. «Accettare il proprio corpo, sorridere e mangiare senza problemi, questa è la mia filosofia», racconta la Miller che dopo essere stata immortalata nuda sulla copertina di «Glamour» è diventata l’ idolo delle donne americane sovrappeso. Misure? 101-78-107. Il suo mito è Jennifer Lopez, ma le cosce della Miller sono ben più abbondanti. In realtà il successo delle ragazze in carne che scivolano davanti al pubblico senza sembrare gigantesse è nascosto nella ginnastica mirata ad assottigliare ginocchia e caviglie. «Solo così la figura non si appesantisce e guadagna in armonia», confidano le «trop-model» di Mirò.
La conformazione giusta? «Modello Marilyn Monroe, quella magra non è mai stata, ma in sottoveste era uno schianto. Così ho rielaborato in versione carne e nera la toilette che indossava quando cantò ”Happy Birthday mister President”», racconta Valeria Marini mentre nella sua collezione Seduzioni Diamond sfila una modella insanguinata. Scena studiata ad hoc per essere inserita nel cortometraggio- thriller Dolls di Salvatore Arimatea. Il risultato del corpo che monta come un soufflé si traduce anche in un modo diverso di concepire il guardaroba. Cambia la progettazione, si tira ad azzerare le taglie, o comunque a unificarle. Da Brunello Cucinelli i golf bozzolo vestono dalla 40 alla 46, nascondendo eventuali rotolini sui fianchi; stesso discorso per i fusò di daino elasticizzato. Oversize, come usava negli Anni 80, i volumi di Simonetta Ravizza che mutua gilet in camoscio western chic e giacchini di nylon maculato foderati di chiffon e petit gris, da ripiegare in una busta, duttili come golf.
Vanno bene a grasse e magre i camicioni mimetici in seta lavata di Mason’s; sono sartoriali e lo dichiarano anche sulle etichette gli svasati spolverini di Benetton che punta a un pubblico più adulto e sofisticato.
Taglia unica pure per Alviero Martini 1° Classe che festeggia i 20 anni con tute e bluse morbide da stringere in vita con alte cinture o lasciare svolazzanti a mitigare i punti deboli delle golose. Finisce l’ansia delle signore fino a ieri cacciate da smorfiose commesse che recitavano «Non andiamo oltre la 46». Adesso la taglia non c’è più. E i costumi da bagno sono frutto di uno studio ingegneristico, volto a risolvere qualsiasi problema. Da Parah i modelli sono studiati e testati da uno staff di 15 esperti in «difetti da migliorare». Ogni mezzo per risvegliare l’interesse dei consumatori è lecito. Fra le strategie rientrano pure i nuovi concept store; quello di Trussardi in piazza Scala ora vende anche giornali, fiori, elementi di design. Mentre Prada in corso Venezia personalizza qualsiasi capo.
Cento sfilate, 15 mila compratori e 2500 giornalisti da tutto il mondo, la otto giorni della moda è solo all’inizio. Fra gli show che si accavallano selvaggiamente come ogni anno scatenando litigi e ripicche fra stilisti, c’è anche qualche novità. Come la sfilatona tecnologica in piazza Duomo (attese 40 mila persone) stasera con gli abiti di C’N’C, il marchio d’avanguardia disegnato da Ennio Capasa che ha voluto sotto i riflettori le figlie delle rock star: da Pixie Geldof a Tali Lennox, fino a Daisy Lowe (rampolla della cantante Pearl).
Il rispetto della natura è il tema «in» di stagione. Martina Mondadori ha presentato Committment, un diario di viaggio bilingue dedicato ai personaggi più significativi che si sono impegnati per migliorare il mondo. Un progetto sponsorizzato da Napapijri, marchio nato a Torino, da sempre legato alla difesa dell’ambiente.Sfilano i «pub-kini», ridottissimi due pezzi che tutto svelano e poco coprono. Li sfoggiano, con impareggiabile charme felino, anche alcune indossatrici di colore. A difendere l’orgoglio nero nella moda, a battersi contro l’emarginazione in passerella, c’è la sudanese Alec Wek (nella foto), arruolata da Miss Bikini. Lei che ha lanciato un progetto di parità tra bianche e nere dice: «Le agenzie fanno fatica ad arruolarci, peccato perché le donne come i fiori non si rifiutano mai».