Isabella Bufacchi, Il Sole-24 Ore 23/9/2009;, 23 settembre 2009
PRIMO S ALLO SCUDO ALLARGATO
Scudo fiscale tre: extra-large ma in tempi lampo. Ovvero: la protezione è estesa a una lunga lista di reati tributari e societari, tra i quali quello politicamente sensibile del falso in bilancio e quello inatteso della distruzione di documenti contabili; gli intermediari non sono tenuti a segnalazioni per l’antiriciclaggio per i reati protetti; la platea è allargata, dalle sole persone fisiche ai "partecipanti" di imprese estere;l’arco temporale è abbreviato di quattro mesi su sette, con scadenza anticipata al 15 dicembre. così che la terza edizione dello scudo fiscale, a distanza di appena otto giorni dal debutto, è stata cambiata ieri e in maniera sostanziale. Con un punto che però resta fermo: la sanatoriarimane preclusa a chi ha procedimenti penali in corso, un’apertura che già questa estate il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva fermato sul nascere. Il blitz di una parte della maggioranza, ma fin da subito non gradito al ministro dell’Economia Giulio Tremonti, è infatti fallito.
Le modifiche alla norma sono state apportate nel decreto anticrisi per via di un emendamento-scritto e riscritto tre volte a firma del senatore Salvo Fleres - che ieri ha incassato il voto favorevole nelle Commissioni Finanze e Bilancio in Senato, con il benestare del Governo Berlusconi ma sotto i fuochi di fila della critica più aspra dell’opposizione. I ritocchi ("blindati" dall’Esecutivo nel loro percorso parlamentare) saranno votati oggi in aula a Palazzo Madama, per poi approdare in velocità alla Camera con l’obiettivo di convertire il tutto in legge entro la data massima consentita del 3 ottobre. Una corsa contro il tempo che però allontana lo scudo dal traguardo di un’emersione di capitali da 100 miliardi di euro: per gli addetti ai lavori posticipare la versione finale della norma (ancora sguarnita in mancanza della pubblicazione della circolare definitiva dell’Agenzia delle Entrate) e anticipare la scadenza di quattro mesi rischia di tagliare fuori molti evasori pentiti aspiranti "scudati".
L’ampliamento dei reati tributari e societari non punibili grazie allo scudo e l’inclusione delle controllate e collegate estere tra gli "scudati" vanno comunque nella direzione di allargare al massimo la platea dei partecipanti. Le operazioni di rimpatrio e regolarizzazione di capitali e patrimoni detenuti illegalmente all’estero, proprio in virtù delle modifiche apportate ieri, dovrebbe facilitare il rientro di liquidità per le imprese colpite dalla stretta sul credito. In partenza lo scudo garantiva la sola protezione a due reati, omessa e infedele dichiarazione, con temute ricadute sulle società che producono con sottofatturazioni o false fatture il "nero" esportato per vie clandestine. Il legislatore ha esteso questa protezione al massimo, ripescando l’intero comma c) dell’articolo 6 del condono tombale del 2002. Così lo scudo ter garantisce ora anche la non punibilità di dichiarazioni fraudolente mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti o altri artifici e addirittura l’occultamento o distruzione di documenti contabili.
La protezione si estende inoltre fino a coprire i reati previsti dal codice civile di false comunicazioni sociali e false comunicazioni sociali in danno delle società.
L’apertura ai "partecipanti" (fors’anche persone giuridiche, in attesa di precisazioni nella circolare dell’Agenzia delle Entrate) di imprese estere è un’altra importante modifica a favore dei potenziali utilizzatori, anche soci o amministratori di società. «Lo scudo fiscale pare ampliare la platea dei soggetti interessati, estendendola ai "partecipanti" alle imprese estere controllate ovvero collegate, tra cui le società residenti. Tale lettura dell’emendamento,se confermata, rappresenterebbe "exit strategy" per le società residenti colpite dalla stretta contro gli arbitraggi fiscali di questa estate - ha commentato Luca Valdameri partner di Pirola Pennuto Zei- . Restano escluse le società italiane, per le quali lo scudo non funziona: le irregolarità e i reati tributari e societari attribuibili alle spa restano a rischio di pagamento di multe e sanzioni». Lo scudo lascia ancora scoperte le società italiane: motivo per il quale già ieri c’era chi sperava in un’estensione ulteriore a fine anno, con riapertura fino all’aprile 2010.
In tarda serata ieri l’Agenzia delle Entrate ha diramato una precisazione puntualizzando che «per i soggetti nei cui confronti alla data del 15 settembre 2009 risultavano già avviati atti istruttori, ovvero tali atti risultino avviati anche in data successiva ma comunque prima della presentazione della dichiarazione riservata, lo scudo era e resta inibito». Resta da chiarire il tempismo dell’uso delle informazioni dello scudo da parte del giudice contro lo "scudato", per altri procedimenti penali: per l’emendamento «alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto ». Ma quale? il 5 agosto (data di conversione del decreto legge 78) o la data di conversione del decreto anti-crisi in via di approvazione al massimo entro il 3 ottobre?