Martino Cervo, Libero 22/09/2009, 22 settembre 2009
LE PENNE VATICANE E IL BOFFO SPENNATO
Il direttore dell’Osservatore romano ”scrive” sul Giornale? Fosse vero quanto asserito dal vaticanista Sandro Magister nel suo blog ”Settimo cielo”, la notizia avrebbe del clamoroso. All’origine di tutto, l’articolo di Antonio Socci uscito su ”Libero” dell’11 settembre. Otto giorni dopo, sul quotidiano diretto da Vittorio Feltri è apparsa una dura risposta firmata Diana Alfieri, pseudonimo usato in varie occasioni da quel quotidiano. Magister scrive: «il ”nom de plume” serve a coprire l’autore vero, la persona reale che è in definitiva l’ispiratore ultimo dell’articolo. Cioè, in questo caso, Giovanni Maria Vian».
L’ipotesi che il direttore del quotidiano più vicino alla Santa Sede ”ispiri” articoli di polemica intraecclesiale sul ”Giornale” (testata che ha rivelato il decreto di condanna penale del direttore dell’Avvenire) è ai confini del verosimile. In attesa di conferme o smentite, ecco cosa scrive l’anonimo. Titolo: ”Retroscena. Quella falsa congiura laicista per coprire la verità su Boffo”. Svolgimento: sullo «scandalo» si è notato «un diverso atteggiamento fra i due poteri della Chiesa: la segreteria di Stato vaticana e la Conferenza episcopale italiana dall’altra». Secondo alcuni - scrive l’anonimo - «la ragione per cui Boffo sarebbe stato smascherato per i suoi poco onorevoli trascorsi giudiziari sarebbe da ascriversi ai ripetuti attacchi sferrati da Avvenire ai comportamenti privati del premier e alla politica di rigore del governo sull’immigrazione. Come se il nodo da affrontare fosse quello dei rapporti fra la Santa sede e Palazzo Chigi. Invece la questione sollevata dal Giornale aveva tutt’altro aspetto, e certo non secondario per i credenti: l’idoneità morale (…) del direttore di Avvenire a rappresentare il mondo cattolico». Chi invece avrebbe fatto la «fantomatica ricostruzione di una congiura anti-PdL a favore di un grande centro che comprenderebbe anche Gianfranco Fini è stato Libero». Che avrebbe, scriveva sempre il Giornale, «proposto con successo (è stato ripreso lunedì dal Foglio di Giuliano Ferrara) uno scenario di congiura laicista contro la Chiesa». L’anonimo lamenta che «l’assurda ricostruzione» di Socci sia stata «prontamente ripresa il giorno dopo da Avvenire e poi dal sito del vaticanista dell’Espresso, Sandro Magister, notoriamente molto vicino al cardinale Camillo Ruini». Ma, secondo ”Diana Alfieri”, «l’insistenza dei media cattolici vicini a Ruini nell’avvalorare la cervellotica congettura cozza contro alcuni dati di fatto che smontano la tesi del complotto. Fra questi, la scarsa simpatia che corre fra Vian e Fini… Fini si sarà anche completamente ripulito dal suo ingombrante passato, ma si dà il caso che lo zio di Vian, Ignazio, sia stato uno dei più illustri eroi della Resistenza».
l’intrigo
Scagionato Vian dal sospetto di collusione con Fini (peraltro non avanzato da Socci), l’anonimo del Giornale dice che «salvare la faccia a Boffo e ai suoi santi protettori fa il paio con la strategia diversiva applicata da chi a suo tempo volle mantenere il direttore di Avvenire alla direzione dell’intera galassia dei media cattolici, nonostante fosse a conoscenza delle molestie sanzionate dal giudice di Terni: se è tutto un gioco politico, nessuno si chiederà se la denuncia del Giornale è vera e se le gerarchie della Cei hanno peccato di poca prudenza, o di eccessiva indulgenza, mettendo a repentaglio l’immagine della Chiesa agli occhi degli stessi fedeli». A queste parole lo stesso anonimo aggiunge che il discorso di Benedetto XVI all’Angelus cade «su questo scenario - che si potrebbe definire, dal punto di vista cristiano, miserabile - come una sciabolata di luce». Si ricorda che il Pontefice ha citato il Crisostomo invitando a «una retta vita» senza la quale «la sua fede non gli servirà per la salvezza». L’anonimo conclude: «Purezza e verità. Più chiaro di così…». E ancora: «continuando a prospettare retroscena politici inesistenti» certi cattolici fanno cadere «nel vuoto» le parole del Papa e sfuggono «all’obbligo di affrontare il nodo vero della questione, cioè quello della verità sul caso Boffo».
direttori
Parrebbe in effetti pressoché impensabile che che un articolo simile - in cui si attribuisce un preciso intervento del Pontefice - sia stato ”ispirato” dallo stesso direttore dell’Osservatore che sul Corriere espresse solidarietà personale a Boffo, pur con critiche sulla linea di Avvenire. Oltretutto - ricorda Magister - «Vian sbocciò al giornalismo proprio grazie a Boffo». quasi altrettando strano, però, notavano in molti, che sulla presunta rivelazione del vaticanista dell’Espresso non siano piovute smentite e polemiche. Magister aggiunge una pennellata che fa intuire come dietro questa polemica vi sia il braccio di ferro per la nomina del nuovo direttore di Avvenire (che spetta alla Cei, e per la quale però Vian ha proposto tre nomi al Pontefice). Più in generale, la penna dell’Espresso vagheggia l’ambizione da parte del direttore di ricoprire il ruolo di ”uomo forte” del Vaticano e della Chiesa: «Se piegasse anche ”Avvenire”, in lui si concentrerebbe un potere mediatico di prima grandezza». E qui potrebbe tornare comodo un aiuto di Paolo Mieli...