Sandro De Riccardis, la Repubblica 22/09/09, 22 settembre 2009
"Prestito di 100 mila euro cercasi" un´inserzione per salvare l´azienda - I clienti che non pagano
"Prestito di 100 mila euro cercasi" un´inserzione per salvare l´azienda - I clienti che non pagano. Le banche «sorde e insensibili» che «ti valutano con un computer che stima il tuo rating e non in base alla tua storia personale». Dopo aver atteso quasi un milione di euro di crediti da clienti che non riescono a pagare, dopo aver bussato alle banche, dopo «aver subito il nepotismo che mi ha tolto appalti già vinti», sull´orlo del fallimento, Antonio Mangone, 42 anni, amministratore delegato della concessionaria di pubblicità all´aperto Big Size, ha scritto al governo e al prefetto e ha deciso di pubblicare oggi una lettera a pagamento sulle pagine milanesi di La Repubblica per chiedere di essere salvato. "AAA Cercasi persona generosa e di cuore per una prestito d´onore di 100mila euro" è il titolo. Big Size opera da dieci anni nel campo delle affissioni su palazzi e monumenti che con gli spot vengono restaurati, come Palazzo Reale a Milano e il Palazzo della Civiltà dell´Eur a Roma. Due soci e due milioni di fatturato, crediti non riscossi che sfiorano il milione. «Chiedo un prestito d´onore per non andare protestato, sono una persona perbene che chiede aiuto pubblicamente perché non debbo vergognarmi di niente - scrive Mangone - . Cerco una persona seria, un imprenditore illuminato e sensibile che crede in me visto che lo Stato e le banche hanno deciso di abbandonare le persone perbene. Chiedo aiuto perché sono in grado di restituire i soldi a chi potrà aiutarmi». Ma le parole dell´imprenditore sono anche uno spietato racconto di cosa rischia oggi chi difende la propria azienda dalla crisi. «Incorrere in gente che approfitta della tua debolezza e cadere nell´usura è facilissimo. La mia denuncia è la denuncia di molte persone perbene che non vengono protette». Lo spettro della crisi si è materializzato a marzo, con un cliente di Roma che blocca 667mila euro di pagamenti e altre aziende che congelano centinaia di migliaia di euro. «Il sistema è inceppato - racconta Mangone -. Se un creditore mi fa un decreto ingiuntivo fallisco. Con un milione di crediti». Basterebbe un intervento della politica, «la certificazione dei crediti, con lo Stato che ne garantisse il 60%». Invece la banca l´ha definito «a rischio, con un rating troppo alto». L´ultimo colpo - racconta Mangone - arriva dal Comune di Milano. Da un appalto per la pubblicità sull´Arengario, in piazza Duomo. «Vinco, ma tutto salta per modifiche al regolamento che permette la vittoria di Holding Adv», di cui è azionista e amministratore Marco Dell´Utri, 27 anni, figlio del senatore del Pdl Marcello. «Nella lettera chiedo provocatoriamente aiuto anche a Moratti, Galliani e Berlusconi. Avevamo vinto con 850mila euro - dice ancora Mangone - . Hanno rifatto la gara, riducendo le misure pubblicitarie e la base d´asta a 540mila euro. Noi abbiamo proposto un euro in più per protesta, Dell´Utri 600mila. Ha vinto. Il Comune ha preso 250mila euro in meno. Tra crisi e nepotismo - conclude Mangone - sto assistendo alla nostra morte, senza nessuna difesa».