Wolfgang Münchau, Il Sole-24 Ore 22/9/2009;, 22 settembre 2009
LA CAMPAGNA NOIOSA MA LA POSTA IN GIOCO ALTA
La Germania va alle urne domenica prossima e non importa quasi a nessuno. Tanto disinteresse viene spiegato principalmente con tre ragioni: la prima è che la campagna elettorale è stata di una noia fuori dal comune, la seconda è che Angela Merkel sarà quasi sicuramente confermata come cancelliere, e la terza è che nessuno si aspetta cambiamenti concreti della linea politica.
Il primo giudizio è corretto. Il secondo è corretto, ma fuorviante. Il terzo è sbagliato.
La signora Merkel probabilmente sarà rieletta cancelliere, ma il suo potere e la sua longevità politica dipenderanno in gran parte dalla coalizione che emergerà dalle urne. Una delle due aggregazioni più probabili è una piccola coalizione di centrodestra, guidata dall’Unione democratica cristiana (Cdu) della Merkel alla quale si aggiungono i suoi alleati bavaresi e i liberali della Fdp. L’altra è una riedizione della grosse koalition con i socialdemocratici.
Se domenica i tedeschi sceglieranno una coalizione di centrodestra, la Merkel non correrà rischi. Il centrodestra è ancora in leggero vantaggio nei sondaggi, ma il margine si è ridotto. Se la percentuale della Cdu sarà inferiore al deludente risultato del 2005, per la Merkel potrebbero essere guai. Probabilmente non rischierebbe il posto ma dovrebbe vedersela con la rabbia di molti candidati trombati del suo partito.
Ci sono quattro ragioni che potrebbero provocare una sorpresa il giorno del voto.
Per cominciare, essendo quello tedesco un sistema parlamentare a cinque partiti, ci si devono aspettare spostamenti tattici di voti fra probabili alleati di coalizione, e questo non viene registrato dai sondaggi.
La seconda ragione è che la Merkel è eccellente sul piano politico ma scadente su quello elettorale. A differenza del 2005, quando terrorizzò gli elettori con i suoi progetti radicali di riforma fiscale, ora va talmente con i piedi di piombo che nemmeno attacca gli avversari.
Terzo, in un sistema a cinque partiti l’aritmetica non favorisce coalizioni a due, tranne nel caso di una grande coalizione. Basta fare due conti: ci sono due grandi partiti con un supporto del 25% e del 35%, secondo i sondaggi, e tre piccoli partiti che restano tutti sotto al 15 per cento.
Quarto, è da metà degli anni Novanta che il centrodestra è in difficoltà, a causa di un cambiamento generazionale. Fino ad allora, gli elettori più anziani appartenevano prevalentemente alla generazione conservatrice del dopoguerra. I pensionati di oggi sono invece della generazione degli anni Sessanta e sono nettamente orientati a sinistra. Anche fra i giovani al loro primo voto il centrodestra non sfonda. Il risultato è che le forze di sinistra sommate insieme (la Spd, i Verdi e Die Linke) dal 1998 in poi possono contare su una maggioranza strutturale. La Merkel è riuscita a diventare cancelliere solo perché la Spd si è rifiutata di formare una coalizione con Die Linke.
Ma le opinioni della Spd al riguardo sono in evoluzione. A livello di länder, i socialdemocratici hanno già stretto alleanze con la sinistra. Nei prossimi anni, l’attuale leadership socialdemocratica cederà il posto a una nuova generazione, che potrebbe essere più aperta alle alleanze a sinistra. E dunque, se dopo il voto dovesse nascere un’altra grande coalizione, nei prossimi quattro anni il cancelliere Merkel rischia di venire spodestata da un’alleanza rosso-rosso-verde.
Ma sul piano delle misure concrete? Una coalizione di centrodestra applicherebbe le stesse politiche di una grosse koalition, come ipotizzano alcuni commentatori?
A mio parere no. Un governo di centrodestra probabilmente taglierebbe le tasse sul reddito e probabilmente non ridurrebbe la spesa con altrettanta aggressività, tollerando un deficit più alto sul breve termine. La nuova regola costituzionale tedesca sul pareggio di bilancio entrerà in vigore solo al termine della prossima legislatura, perciò questa probabilmente sarà l’ultima occasione per una consistente riduzione delle tasse, che è la proposta per cui si è battuta la Fdp in campagna elettorale. Mi aspetto anche che un governo di centrodestra metta in discussione le scadenze previste per l’abbandono dell’energia nucleare.
Una grande coalizione, al contrario, rappresenterebbe una virata a sinistra sul piano delle politiche industriali, sociali e fiscali. Considerando le opzioni tattiche della Spd, la Merkel farebbe tutto il possibileper tenere a bordo i socialdemocratici. Il cancelliere uscente tende a governare con stile presidenziale: ricerca il consenso più che il rispetto di un programma ed è pronta a fare qualsiasi cosa pur di tenere in piedi la coalizione.
L’unico ambito in cui una grande coalizione si dimostrerebbe più conservatrice sarebbe la politica di bilancio. La Germania cercherebbe di essere il primo governo europeo a uscire dalla crisi, magari unilateralmente. Il consolidamento non avverrebbe attraverso la crescita, ma attraverso i risparmi e un aumento delle tasse.
Quindi le differenze concrete ci sono. Non lasciatevi ingannare dalla campagna elettorale noiosa: questo voto conta.
(Traduzione di Fabio Galimberti)