Francesco Spini, la Stampa 22/09/09, 22 settembre 2009
Quanto sono sicuri i treni? - Perché i treni deragliano, come è successo a Milano? Per due motivi
Quanto sono sicuri i treni? - Perché i treni deragliano, come è successo a Milano? Per due motivi. Il primo dipende dal possibile cattivo stato dell’infrastruttura: due estati fa, per esempio, al Brennero un treno sviò perché il caldo aveva dilatato i binari. Oppure per un problema del treno, agli assi o alle sospensioni. Quanti sono gli incidenti ogni anno? Secondo i dati dell’Agenzia Nazionale per la sicurezza delle Ferrovie (Ansf) nel 2005 sono stati 134, nel 2006 132, per scendere a 121 e 104 rispettivamente nel 2007 e nel 2008. Di questi l’anno scorso ci sono stati 8 deragliamenti, esattamente come nel 2007. Nel 2008 - anno a cui risalgono gli ultimi dati - si sono contati 96 tra morti e feriti gravi, contro i 202 del 2005. Chi stabilisce se i binari sono in piena efficienza? Esiste un sistema di controllo che coinvolge, tra l’altro, cinque treni «diagnostici» che segnalano problemi sulla rete. L’ultimo entrato in servizio si chiama Archimede e, viaggiando fino a 200 chilometri orari, misura contemporaneamente 119 parametri diversi. Quale tecnologia è utilizzata per rendere più sicura la linea? Sulla rete italiana sono installati tre tipi di ripetizione in macchina dei segnali. Il più evoluto è appannaggio dell’Alta Velocità, dove non sono neppure previsti segnali luminosi. Il macchinista legge tutte le prescrizioni di viaggio sul cruscotto. Se non le rispetta, il treno si arresta. Accanto a questo sistema, chiamato Rtms, ce ne sono due per altre linee basati su boe di segnalazione (Scmt) e sulle ripetizioni radio, detto Ssc. Tutti i treni rispondono a questi sistemi di sicurezza? Non proprio: in alcuni casi, per lo più su linee secondarie, il segnale viene ripetuto in cabina, ma per fermare il treno occorre l’intervento del macchinista, che in questo caso deve essere affiancato da un collega. In cabina esiste comunque un dispositivo che rileva l’attività del conducente. Dopo un massimo di 55 secondi di inattività, il treno si arresta. L’anzianità dei treni è un fattore di rischio? Sì, ma solo nei casi in cui manca la opportuna manutenzione che gli operatori sono tenuti a garantire. Il parco circolante è piuttosto anziano. Se l’età media dei carri merci in Italia è di 28 anni (da qui molte polemiche sull’incidente di Viareggio), quella delle carrozze passeggeri è di 26. Su un totale di 8.500 nel nostro Paese circolano 600 carrozze immatricolate prima del 1970, 1400 prima del 1980. Soltanto 550 sono entrate in servizio dal 2000. Esiste un sistema che avvisa il macchinista che una carrozza ha dei problemi? Sì, esiste un sistema di rilevamento elettronico che segnala l’eventuale rottura di un asse e, in un tempo relativamente breve, imposta la frenata del convoglio. Ma non è obbligatorio e in Italia non è montato su alcun treno. Tutto si basa sulla sola manutenzione e sui rilevatori di riscaldamento «boccole» presenti sulla linea. Se un segnale lungo la linea si guasta, cosa succede? Il treno viaggia con modalità più restrittive e i comandi vengono impartiti dal gestore della rete in forma scritta o al telefono, ma tutte le conversazioni vengono registrate. Un treno in manovra è soggetto alle stesse tecnologie di sicurezza? Talvolta i sistemi di ripetizioni in cabina vengono disattivati, vista la velocità molto ridotta a cui dovrebbero attenersi. I treni dovrebbero essere mantenuti distanti dalle linee principali, e dovrebbero potersi fermare di fronte ai «tronchini» paraurti posti in fondo ai binari morti. Esiste una torre di controllo per i treni? Sì, sono delle sale operative che vanno diventando computerizzate. Dopo sessant’anni, i vecchi apparati centrali elettrici a leve per itinerari vengono sostituiti con più moderni apparati centrali computerizzati (l’ultimo è stata inaugurato a Bologna) o sistemi di comando e controllo. A Milano, per gestire scambi e segnali, c’è ancora un sistema elettro-meccanico. Quali requisiti deve avere un macchinista? Oltre ad avere i requisiti fisici necessari (la vista, anzitutto) deve dimostrare di avere un’approfondita conoscenza della linea su cui è chiamato ad operare, attraverso verifiche periodiche. Sono previsti esami alcolemici per chi guida i treni? Al contrario degli automobilisti che in ogni momento possono essere fermati dalla polstrada per la verifica del livello di alcol nel sangue, la legge non prevede controlli a sorpresa per i macchinisti. I quali, invece, sono sottoposti a visite mediche periodiche.