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 2009  settembre 21 Lunedì calendario

PITTSBURGH VAL BENE UNA TASSA


Stavolta do ragione a Berlusconi. Al 1000 per mille. «Il tetto ai bonus è un punto importante, ma rispetto alla speculazione europea è uno a cento». Il premier l’ha detto all’ultimo vertice Ue, in preparazione dei lavori del G20 di Pittsburgh. Bisognerebbe chiedere al Cavaliere cosa ne è stato della «grande proposta» italiana presentata in pompa magna al G8 dell’Aquila. Che fine ha fatto il mirabolante «Global Legal Standard», che secondo il nostro governo sarebbe stato preso come base per il successivo vertice dei venti Grandi del pianeta?
Non ce n’è stata traccia, al summit europeo di Bruxelles di giovedì scorso. Non ce ne sarà traccia, in quella specie di gigantesco «Congresso di Vienna» dei mercati finanziari che sta per riunirsi nella città della Pennsylvania. Al contrario, in vista del G20, rimane una traccia interessante della proposta della cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha rilanciato un’idea già avanzata dal suo ministro delle finanze Steinbruck e dal ministro degli Esteri francese Kouchner. La famosa Tobin Tax, cioè una tassa sulle transazioni internazionali, destinata a lanciare un segnale preciso contro la speculazione, e poi a reperire fondi per i paesi più poveri. Con una curva carsica, il dibattito sulla Tobin Tax riemerge e si inabissa ciclicamente. Ripescare ora quella proposta ha un alto valore politico, anche se non risolve certo tutti i problemi aperti dalla crisi. Tedeschi e francesi sono d’accordo. Anche la commissione Ue condivide. L’Italia non è pervenuta, ma questo non conta.
Purtroppo è contraria la Gran Bretagna, e verosimilmente saranno contrari gli Stati Uniti. Per questo, con ogni probabilità, la Tobin Tax sarà scartata dai Grandi del mondo. Peccato: Pittsburgh val bene una tassa. Quale altra idea verrà fuori, da quel vertice, nessuno lo sa. Nessuna seria riscrittura condivisa delle regole della finanza, nessuna ridefinizione dei ruoli delle banche d’affari e delle agenzie di rating, nessuna sanzione per chi ha sbagliato e continuerà a sbagliare. Se va bene, una sforbiciatina agli stipendi dei manager. E via andare. Fino al prossimo turmoil.