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 2009  settembre 21 Lunedì calendario

«Voglio una moda che non inquini il nostro pianeta» - Anche la giovane principessa ha il cuore verde

«Voglio una moda che non inquini il nostro pianeta» - Anche la giovane principessa ha il cuore verde. E da Monaco inizia una nuova battaglia per la salvaguardia del pianeta. Dopo la fondazione dello zio Alberto, ecco il giornale della nipote, Charlotte Casiraghi. Si chiama «Ever Manifesto», 20 pagine king size sul tema dell’ecologia applicata alle discipline più creative. A presentare il primo numero sarà Charlotte stessa (domani), a Biella. Ospite della kermesse «CittadellarteFashion. Bio Ethical Sustainable Trend», promossa da Michelangelo Pistoletto e dal direttore di Vogue Italia, Franca Sozzani. Un evento che, con le creazioni di 11 stilisti emergenti selezionati a livello internazionale, esplora la contaminazione fra arte e moda per sviluppare un nuovo modello etico- sostenibile. Poche frivolezze, quindi, e tanta ricerca. La ventitreenne Charlotte, eletta icona di stile dai media - insieme con Beatrice Borromeo e Charlotte Gainsburg - prende le distanze dai gossip dei tabloid che la ritraggono alle feste in abiti firmati, accanto al fidanzato Alex Dellal, e parla di moda, sua gran passione. Ma sotto il profilo delle responsabilità sociali. «Mi piacciono i bei vestiti come a tutte le donne, perché ti fanno sentire attraente. Questo settore, però, al di là dell’estetica ha anche altri valori, va visto salvaguardando l’eco sistema. Stella McCartney, stilista che ben conosce il problema, mi ha aiutato molto nel mio progetto». Di che cosa si tratta? «Non sono perfetta e non sono un esperta in materia, cerco però, nel mio piccolo, di trasmettere un messaggio che sproni la gente a riflettere sulla tutela dell’ambiente. E lo faccio attraverso ”Ever Manifesto”, non un giornale a scadenza fissa, bensì una pubblicazione gratuita che in questo primo numero parla del rapporto fra ecologia e moda, sottolineando gli aspetti scorretti del settore. Tremila copie distribuite in punti strategici. Durante le sfilate di Parigi e Milano e in corso Como 10. Ma fra qualche giorno sarà anche on line (www.EVERmanifesto.com). L’idea è nata con due amiche, la photo editor Alexia Niedzielski e la pubblicitaria Elizabeth Von Guttman». Chi finanzia il progetto? «Stavolta Loro Piana, poi vedremo. Uscirà in tandem con grossi eventi legati alla moda, al design e all’architettura. A seconda del tema trattato, scriveranno esperti e giornalisti famosi. L’obiettivo è sensibilizzare anche le aziende. Tanti grandi marchi hanno perso clienti perché sfruttavano i minori. Era inevitabile. Anche il ritorno d’ immagine dipende dalla correttezza con cui si lavora». Lei è laureata in filosofia, ma s’interessa al mondo della carta stampata. Una scelta controcorrente. Come nasce questa passione? «Non voglio diventare giornalista, ma adoro l’editoria. Ho fatto una stage a Parigi da Pierre Laffont; poi a Londra nella redazione del quotidiano Independent. Mi piace leggere e mi piace organizzare un giornale. Ma non ho ancora le idee chiare sul mestiere che farò». Ha scritto anche lei su «Ever Manifesto»? «Sì, ho intervistato Franca Sozzani su come la moda dovrebbe riorganizzare il ciclo produttivo in un’ottica ecologica. Ma ho scritto anche per altre riviste inglesi. In uno dei miei ultimi articoli-denuncia spiegavo perché i jeans sono il capo d’abbigliamento più inquinante che ci sia». Li ha eliminati dal suo guardaroba? «No, ma faccio attenzione a che cosa compro. Scelgo quelli in cotone organico, trattati con tinture non tossiche». Oggi l’ecologia è molto di moda, come testimoniano i continui richiami all’ambiente da parte del presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Quando si è appassionata all’argomento? «Ho sempre vissuto in campagna, fra il verde e gli animali, vado a cavallo fin da piccola. Seguo con interesse la Fondazione di mio zio anche se per ora non partecipo alle iniziative. Ci sono stati tanti fatti legati all’attualità che mi hanno colpito convincendomi a occuparmi di ecologia. Uno di questi è l’inquinamento del Mediterraneo, rovinato dalla pesca eccessiva e dall’invasione di meduse». Lei vive tra Parigi e Londra, ma frequenta anche Milano, come giudica queste tre città? «Parigi mi sembra una città pulita. L’Inghilterra in generale è più sensibile ai temi ecologici. Ci sono tanti negozi bio, la gente vive con più coscienza l’argomento. Milano è in ordine. L’Italia, dopo lo scandalo dei rifiuti di Napoli, un problema che ho seguito con particolare attenzione sui giornali, sta dimostrando un maggiore coinvolgimento sui temi dell’ambiente». Nel quotidiano come si traduce il suo rispetto per l’ecologia? «Cammino molto, prendo più il treno che l’aereo. Mi piace mangiare e cucinare, opto però per alimenti di stagione e locali. Non sono vegetariana, ma cerco di consumare poca carne. Insomma, mi sforzo con buon senso di limitare i danni causati in questi ultimi anni dagli sprechi scellerati, da uno stile di vita che è deleterio per tutti noi e per il mondo in cui viviamo». Anche il vintage rientra nella sua filosofia eco-compatibile? «Eccome, posseggo una gran quantità di capi vecchi e li uso. Il riciclo è un altro punto fondamentale da difendere e sfruttare al meglio».