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 2009  settembre 21 Lunedì calendario

Consorte: Fazio aveva ragione. Il libero mercato è passato di moda - «Vede? Quando Unipol ha lanciato l’Opa sulla Bnl i soloni discettava­no sul libero mercato e respingevano la di­fesa dell’italianità

Consorte: Fazio aveva ragione. Il libero mercato è passato di moda - «Vede? Quando Unipol ha lanciato l’Opa sulla Bnl i soloni discettava­no sul libero mercato e respingevano la di­fesa dell’italianità. Oggi, dopo la grande cri­si globale, sono tutti d’accordo nel sostene­re il contrario». Guardi che l’italianità c’entra poco. La Bnl oggi è della Bnp Paribas, grande ban­ca francese di tutto rispetto. «Già, ma decidono tutto a Parigi. E cosa mi dice di Abn Amro? Quando voleva An­tonveneta era per tutti un campione banca­rio. Com’è finita?». E la Popolare di Fiorani? Salvata in estremis. Ma allora lei sta ancora con An­tonio Fazio? «Con l’ex governatore non ne ho mai parlato, perché non lo frequentavo. Ma cer­to, aveva ragione». Giovanni Consorte, ex numero uno di Unipol, appena rinviato a giudizio (aggiotaggio, insider trading in­formativo) per i fatti relativi all’Opa lancia­ta nel 2005, nella famosa «estate dei furbet­ti » («mai conosciuti»), dal gruppo delle co­operative sulla Banca nazionale del Lavo­ro, oggi fa il mercant banker con Interme­dia ed è deciso a difendersi fino all’ultimo giorno del dibattimento che comincerà in aula in febbraio. «Voglio le tv», dice. Le tv? «Si, le televisioni in aula, e non solo: spiegherò tutto in televisione. Gli italiani devono sapere che non ho mai commesso reati e che hanno voluto sottrarre la Bnl al sistema delle cooperative». Chi? «Lo dirò in tv. Per il momento rifletta sul­le interviste di quel periodo rilasciate da Francesco Rutelli: eravamo sotto elezioni ed era stata avviata la costruzione del Pd». Complotto? I magistrati pensano sem­mai che l’impresa «occulta» l’abbia fatta lei su Bnl con accordi sotterranei per la maggioranza. «Tutte le autorità di controllo sapevano e sono state informate anticipatamente su tutto, così come i quotidiani. Ma spieghe­rò ogni cosa in aula e in tv. Mi hanno colpi­to anche quando ho avuto un tumore, per­ché la Bnl non doveva andare a Unipol. Og­gi sarebbe stata la terza banca italiana e l’unica con proprietà privata al 51%». Tutti sapevano tutto: secondo i magi­strati lei ha fatto insider trading informa­tivo telefonando ai ds Piero Fassino e Ni­cola Latorre... «Io non li ho mai chiamati. Mi chiamava­no loro e io dicevo solo quello che i giorna­li riportavano. Ma spiegherò tutto. Non ho commesso reati e sono stato prosciolto 10 volte » . Le ricordo solo che lei ha patteggiato sui 50 milioni versati dalla Hopa di Gnutti a lei e al suo vice Ivano Sacchetti per ’con­sulenze’ su Telecom e rientrati in Italia da Montecarlo attraverso lo scudo fiscale... «Mi hanno convinto gli avvocati a farlo perché tutto non si può ’sopportare’. Io non volevo. Ma anche su questo spiegherò tutto in tv». Dica: usufruirà ancora dello scudo fi­scale? «Non ho un solo euro fuori Italia. Gnutti aveva regolarmente pagato estero su este­ro le consulenze e per questo i soldi erano a Montecarlo». Sono in Italia anche le plusvalenze rica­vate dai conti di Gianpiero Fiorani? «Non capisco la domanda. La Bpl era la banca con la quale eseguivamo le operazio­ni in borsa. Punto. E mi hanno anche sot­tratto i soldi sul mio conto corrente». Le plusvalenze le ottenevate grazie ad acquisti sui blocchi dei vostri titoli fatti da Hopa. «Tutto regolare, gli acquisti avvenivano in borsa e ceduti ai blocchi ad Hopa. Dopo il patteggiamento l’assemblea di Hopa mi ha restituito gran parte dei soldi che erano stati sequestrati riconoscendone il motivo e dimostrando così nei fatti che non c’era stata appropriazione indebita». Gnutti lei lo conosceva bene. E quelle consulenze a un socio le sono costate il posto in Unipol. «Di Unipol non voglio parlare». Dei soldi «rimasti» cosa ha fatto? «Ho investito in attività produttive co­me in Intermedia». A proposito, visto che lei non ha com­messo nulla, Bankitalia l’ha bloccata nel­l’acquisto di una piccola banca, Emilvene­ta. «Per i procedimenti in corso. Comunque da Intermedia Finance, che ha per soci gli stessi 180 imprenditori di Intermedia hol­ding, mi sono dimesso circa un mese fa. E al momento opportuno ricorrerò al Tar. Co­sì la procedura autorizzativa non ha più im­pedimenti e può seguire il suo corso. Per la banca sono già pronti Francesco Caputo Nassetti, ex Deutsche bank, e Aldo Carosio, ex vicedirettore generale Antonveneta». Cosa fa Intermedia d’altro? «Consulenza, intermediazione e investi­menti in vari settori: energie rinnovabili, costruzioni, meccanica ed altro». Ma, processo a parte, quando parlerà in tv? «Non posso dirglielo. Sto definendo le modalità».