Gianluca Paolucci, la Stampa 21/09/2009, 21 settembre 2009
QUANDO, PERCHE’ E COME NASCE IL G20?
Che cosa è il G20?
G20 sta per «Group of 20» e come spiega il sito ufficiale del summit di Londra dell’aprile scorso (www.g20.org), è «un forum informale che promuove una discussione aperta e costruttiva tra i Paesi più industrializzati e le economie emergenti sui temi chiave relativi alla stabilità economica globale». attivo dal 1999.
Perché viene deciso di dare il via a questi incontri?
Le ragioni sono essenzialmente due. Da un lato, la crisi finanziaria degli Anni 90 aveva fatto emergere, già allora, la necessità di un maggiore coordinamento tra i vari Paesi per evitare choc «sistemici» sull’economia globale. Dall’altro, la fine della contrapposizione tra Usa e Urss aveva fatto emergere una serie di nuovi protagonisti dell’economia globale, non sufficientemente rappresentati nei consessi internazionali - e conseguentemente nel dibattito su regole e governance globali - fino ad allora esistenti.
Quando è diventato così importante?
La crisi economica del 2007-2009 ha riportato d’attualità il tema di una maggiore rappresentanza delle economie emergenti e della necessità di una regolazione uniforme a livello globale. Il «rilancio» del G20 come sede per trovare soluzioni condivise da un numero più ampio possibile di attori per le sfide poste da un’economia sempre più globalizzata può essere individuato nelle parole dell’ex presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, che al termine dell’incontro dei ministri finanziari del G7 a Washington, nell’ottobre del 2008, dichiarò che il prossimo incontro del G20 sarebbe stato importante per trovare soluzioni alla crisi economica in corso. Il G20 si è dunque riunito in sede «straordinaria» proprio a Washington, nel novembre successivo. Poi a Londra nell’aprile di quest’anno.
Come nasce il «Gruppo dei 20»?
Formalmente, nasce su iniziativa del G7 («Group of 7», i sette Paesi maggiormente industrializzati, a sua volta attivo dal 1975), al meeting di Colonia del settembre del 1999. La prima riunione si è tenuta a Berlino nel dicembre dello stesso anno. In realtà, il G20 è stato preceduto da un G22, riunitosi nel 1998 a Washington e da un G33, riunitosi sempre nel 1999. Quest’ultimo differiva dal G20 per la maggiore rappresentanza di Paesi africani e del Sud-Est asiatico. Quello di Pittsburgh del prossimo 24 e 25 settembre è il tredicesimo incontro dal 1999.
Quali sono i Paesi chiamati a farne parte?
Del G20 fanno parte il capo di Stato, il ministro delle Finanze e il governatore della Banca centrale di: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica, Corea del Sud, Turchia, Regno Unito, Usa. Il ventesimo membro è l’Unione europea, rappresentata anche dal presidente della Bce. Diventati membri di fatto, dal meeting di Londra, anche Spagna e Olanda. A Pittsburgh partecipano inoltre anche i rappresentati della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale, dell’Onu, del Financial Stability Forum, dell’Organizzazione dei Paesi asiatici (Asean), della Partnership per lo sviluppo africano (Nepad) e dell’Organizzazione per la cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec).
Come sono stati scelti i Paesi membri?
Non c’è un criterio rigido e la composizione del G20, immutata dal 1999, non riflette le venti maggiori economie del Globo. Tenendo conto del Pil nominale sono ad esempio esclusi Taiwan, Belgio e Polonia, mentre calcolando il Pil a parità di potere d’acquisto (Ppp) restano fuori Iran e ancora Polonia. Calcolando invece la combinazione di entrambi i fattori a partire dalla nascita del G20 l’unico escluso è la Polonia, che peraltro è membro della Ue, oltre a Spagna e Olanda che come detto sono membri «di fatto» a partire dal summit di Londra. I membri del G20 rappresentano comunque il 90% della ricchezza prodotta ogni anno nel mondo e oltre due terzi della popolazione.
Di cosa si parlerà a Pittsburgh?
Obiettivo del summit, spiega il sito Web (www.pittsburghsummit.gov), è quello di «valutare i progressi fatti dopo i summit di Washington e Londra e discutere le ulteriori azioni per assicurare una decisa e sostenibile ripresa dalla crisi economica e finanziaria globale».
Quali sono le azioni concrete intraprese finora?
Considerando quello di Washington del 2008 il primo della «nuova serie» dei G20, in quella sede vennero stabilite una serie di priorità per far fronte alla crisi mentre a Londra il comunicato finale (www.g20.org) mostrava l’intesa raggiunta su sei punti: ricostruzione della fiducia, stabilizzazione dei mercati finanziari, rafforzamento della regolazione in materia finanziaria, riforma delle istituzioni finanziarie internazionali, rifiuto del protezionismo e costruzione di una crescita sostenibile anche dal punto di vista ambientale. L’efficacia di queste azioni è appunto uno dei temi dei quali si discuterà a Pittsburgh.