Marco Belpoliti, la Stampa 21/09/2009, 21 settembre 2009
NON CI RESTA CHE IL KLEENEX
E’ probabile che l’arrivo dell’influenza A, la temibile «febbre suina», segnerà la fine dei fazzoletti di stoffa e il trionfo di quelli di carta. La necessità di soffiarsi il naso gettando il fazzoletto, per evitare il contagio del virus, porterà anche gli ultimi ostinati dandy del fazzoletto all’abbandono del quadrato di stoffa.
Già l’avanzata dei nuovi stili di vita usa-e-getta aveva reso superfluo il tradizionale riquadro di cotone, un accessorio d’abbigliamento dalla lunga storia. Probabilmente inventato dagli Egizi, trasmigrato nella Grecia classica, è a Roma che s’afferma. Sono due: sudarium, per il sudore, e orarium, per la bocca; in precedenza era simile a un piccolo asciugamano. Questo per i ricchi, mentre la plebe si soffiava il naso con il lembo della tunica. Durante il Medioevo cristiano, alla pari del resto della biancheria personale, decade: niente mutande e niente fazzoletti. Risorge con il Rinascimento: «fazzoletto» viene da «faccia». Decorato, colorato, ricamato, entra nelle tasche, spunta nei taschini di abiti e cappotti. Marchio indubbio d’eleganza.
La storia del fazzoletto di stoffa riempirebbe un intero libro. Molto più breve quella del fazzoletto di carta: creato nel 1800 in Giappone, poi scompare subito; l’Oriente ha sempre amato le cose effimere, volatili, leggere; l’Occidente, il contrario. Nel 1924 appare il primo fazzoletto di carta, si chiama Kleenex e serve per struccare il viso delle signore. Lo lancia la Kimberly-Clark, mentre l’uso di soffiarsi il naso si afferma pian piano da solo, per contagio, appunto. E solo nel 1983 compaiono i fazzoletti formato pocket.
In Italia, con altri marchi, è arrivato a metà degli anni Settanta; tuttavia l’idea dell’usa-e-getta contrastava ancora con la morale vetero-contadina di gran parte della popolazione italiana. Nelle tasche degli italiani entra massicciamente negli Anni Novanta: un nuovo consumo si afferma, un nuovo campo è conquistato dall’effimero. Gli ecologisti hanno fatto per anni una campagna contro il suo uso - la carta come consumo di alberi - e a favore del fazzoletto di stoffa. E ora che la medicalizzazione dello starnuto si afferma, come faremo? Carta o stoffa? Il costume è figlio anche delle epidemie.