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 2009  settembre 21 Lunedì calendario

«A PAZZI E PICCIRIDDI DICCI SEMPRE DI SI’»

Nel corso della contestata trasmissione di Porta a Porta, dedicata a celebrare i successi della ricostruzione dopo il sisma dell´Aquila, Berlusconi è giunto persino a sostenere che i risultati del suo governo sono eccelsi, ben migliori di quelli raggiunti da De Gasperi. Si tratta di un sincero convincimento, il che prova, con l´efficacia di un test scientifico, di quale grado di patologico stravolgimento percettivo della realtà soffra il nostro premier. Basta un vecchio documentario per ricordare che l´Italia del ´45 era un paese quasi interamente distrutto, con città e borghi sepolte dalle rovine, le reti di comunicazione dissestate, dalle ferrovie ai telefoni, all´elettricità, l´inflazione al 47%, il pane assicurato dalle navi Liberty cariche di farina, inviata dall´America, milioni i senza lavoro. Gli italiani di ogni ceto e mestiere, gli imprenditori pubblici e privati, i partiti, primi fra tutti la Dc, il Pci e il Psi, i sindacati, il Parlamento risorto dopo un ventennio di fascismo, il governo della Repubblica seppero intraprendere e condurre a pieno successo una immane opera di ricostruzione. De Gasperi, che governò, quasi ininterrottamente, dal 10 dicembre 1945 al 17 agosto del ”53, simboleggia quest´epoca. Quando essa si concluse, stava decollando quel «miracolo economico» che strabiliò il mondo intero. Appare assurdo rinfrescare la memoria su tutto questo e ci si potrebbe rassegnare ad applicare anche in questo caso, il saggio detto siciliano, «a pazzi e picciriddi, dicci sempre di sì», se non fosse che la «pazzia» di un presidente che è anche padrone dell´etere viene moltiplicata e diffusa globalmente come si trattasse di verità rivelata.
Il fenomeno non riguarda solo la storia ma anche le cronache dell´oggi. Così la presentazione mass mediatica del punto in cui è l´opera di soccorso ai terremotati ha impedito di cogliere il rapporto tra le realizzazioni in fase di emergenza, per molti aspetti encomiabili, e le prospettive del futuro prossimo venturo, segnate da estrema e, per certi versi, angosciosa incertezza. Sol che nell´aria di esultanza miracolistica, accompagnata dalla scostumatezza verbale contro «farabutti» e catto-comunisti, nessuno tra gli invitati di Vespa, tranne il povero sindaco Cialente, non degnato di una risposta soddisfacente, se l´è sentita di far cenno alle questioni gravissime che restano irrisolte. In primis: malgrado la ridondanza delle immagini televisive, su 44.378 persone ancora in «sistemazione provvisoria» (dati Protezione civile), solo 300 hanno avuto un tetto, per la precisione ad Onna, nei Map (Moduli abitativi provvisori), le casette di legno fornite dalla provincia di Trento, amministrata dalla vituperata sinistra. Nelle cosiddette C. A. S. E. (le costruzioni prefabbricate a 2-3 piani, sovrapposte a fondamenta antisismiche di cemento armato) non è ancora entrato nessuno. 14-15.000persone dovrebbero disporne entro la fine di dicembre. In questi giorni ci si è resi conto che le esigenze abitative immediate sono maggiori per cui, oltre ai nuovi lotti di Map, verranno costruite altre 19 piattaforme per le C. A. S. E.
Il timore è che arrivi prima l´inverno. I sindaci avrebbero preferito che la scelta si fosse tutta concentrata sui Map, sia perché, come si è visto con quelle trentine, messe in opera in due mesi, più rapide da costruire, sia perché non avrebbero creato una «stabilizzazione» permanente nella cinta periferica, fuori da ogni criterio integrato di urbanizzazione, dove si sistemerà una aliquota notevole di cittadini. Ma questo è ancora il meno.
Terminata l´emergenza, resta il futuro di una ricostruzione delegata alla Regione e ai Comuni e non finanziata, neanche in linea di principio. Occorre, invece, un grande progetto integrato di riurbanizzazione, ricostruzione antisismica, disegno di sistema di una città tutta da ripensare. Molto più in piccolo, come si è fatto a Berlino. Ma Berlusconi, come Bush dopo la caduta di Bagdad, crede invece di aver già vinto la guerra.