Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  settembre 19 Sabato calendario

Un’estate da mezzo milione - Due luglio del 2008, l’estate indimenticabile di Gianpi Tarantini e della sua allegra compagnia in Costa Smeralda: la moglie Nicla, gli amici di sempre Max Verdoscia e la moglie Tiziana, Alex Mannarini, l’organizzatore degli svaghi, e un nutrito gruppetto di belle ragazze, da Francesca Lana a Jennifer Rodriguez

Un’estate da mezzo milione - Due luglio del 2008, l’estate indimenticabile di Gianpi Tarantini e della sua allegra compagnia in Costa Smeralda: la moglie Nicla, gli amici di sempre Max Verdoscia e la moglie Tiziana, Alex Mannarini, l’organizzatore degli svaghi, e un nutrito gruppetto di belle ragazze, da Francesca Lana a Jennifer Rodriguez. Quel 2 luglio, Tiziana si sfoga con Nicla: «Devi dire a tuo marito (Gianpi, ndr) di smetterla con quella cosa... nei bicchieri... tu lo sai che Babu (domestico alle dipendenze di Tiziana, ndr) stamattina ha fatto il commento... dice che una ragazza, una di quelle là, è svenuta nel giardino e Babu l’ha presa e ha detto "signora, ma che ha messo qualcosa nel bicchiere Mannarini?", ti rendi conto? devi dire a Gianpaolo che la deve finire, Nicla, che quella è una storia pericolosa... se qualcuno muore poi glielo andiamo a raccontare a tua figlia che tu te ne vai dentro». E Nicla: «Ho finito di parlare, non dico più un c..., Titti, perché sono stanca..». Sono cinque le ragazze che si sono sentite male quell’estate a Capriccioli perché Gianpi aggiungeva pasticche di Md (un allucinogeno) nei cocktail di champagne e vodka. E due di loro hanno presentato un esposto alla Procura di Tempio Pausania che l’ha trasmesso a Bari. Tra loro non c’è la signora Eva Duringer (moglie dello stilista Cavalli), che ha negato di essersi sentita male dopo aver bevuto del vino. Tre giorni fa, il coindagato di Tarantini nel capitolo droga, Alex Mannarini, di nuovo interrogato dal pm Scelsi, ha smentito di aver mai sciolto le pasticche di Md nei cocktail che si consumavano a ettolitri nella villa presa in affitto da Gianpi in Costa Smeralda. Come pure ha smentito di aver comprato droga, e di aver trasportato in Sardegna tutta la coca e le pasticche di Md che rappresentavano la scorta da consumare in vacanza. Settanta, ottanta grammi in tutto aveva detto Tarantini nei suoi interrogatori di fine luglio. Troppo poco è stato spiegato dagli investigatori allo stesso Mannarini tre giorni fa: «Quella quantità serviva per una paio di serate al massimo». E quindi gli investigatori sospettano che la «riserva» di droga portata in Sardegna sia stata almeno di un chilo. Ma quanto è costata la vacanza indimenticabile in Sardegna? Alex Mannarini ha fatto quattro conti in tasca, da ragioniere, per dare una idea dell’investimento di Tarantini: almeno cinquecentomila euro. La villa in affitto (140.000 euro), 2000-3000 euro ogni sera lasciati alla cassa del Billionaire. E poi i viaggi su aerei privati. Quasi ogni week end Tarantini partiva da Foggia per Olbia, 6.000 euro per due ore di volo (si conta anche il ritorno senza passeggeri). E poi la cocaina, le quattro auto di grossa cilindrata, l’arredamento, i due gommoni da dieci metri presi a noleggio, i rifornimenti di leccornie e salumi acquistati a Bari. E le casse di champagne e vodka, le stanze prese in affitto al Cala di Volpe e al Capriccioli. Mezzo milione di euro di investimento per conoscere il presidente del Consiglio? E’ un dubbio, un tarlo, un sospetto che prende corpo a Bari. Perché Tarantini ha voluto entrare nelle grazie di Silvio Berlusconi? Sesso, droga e affari. Gianpi Tarantini sembra un personaggio di un fumetto, anzi di una retata giudiziaria. E quella villa di Capriccioli di sicuro si è trasformata in un «corpo di reato». Bella fine.