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 2009  settembre 18 Venerdì calendario

ROCCO E L’«ESTEROVESTIZIONE»

Tenuta e caduta, ecco come spiegare in due parole il successo di Rocco Siffredi, incontrastato sinonimo italiano dell’industria pornografica al quale, la notizia è di ieri, la Guardia di Finanza di Chieti ha contestato l’evasione fiscale. «Duecentomila euro» ha precisato il comandante colonnello Gioacchino Angeloni, che in sé non sarebbe una gran cifra, non fosse che «l’indagine è ancora in corso» e promette altre scoperte. La tenuta si riferisce alla sua proverbiale quasi tantrica capacità di reiterare l’amplesso, dote che ben si acconcia alle particolari esigenze di una produzione che macina film a ritmi forsennati, anche uno al giorno. La caduta è quella del muro di Berlino, vero e proprio discrimine tra un prima e un dopo del commercio sessuale, che ha spa-lancato nuove frontiere a Est, facendo di Budapest la Hollywood del cinema a luci rosse. Ed è proprio a Budapest che Siffredi ha impiantato la sua casa di produzione, nonché una galassia di società su cui ha articolato fiorenti attività hard core.
Ma gli affari dell’attore, dotato oltre che di suo anche di un forte senso del marketing, non ruotano solo attorno al suo filmico celodurismo. Siffredi è anche «R-Rocco», una linea di abbigliamento i cui capi si possono comprare a modico prezzo su un webstore dedicato. Si va dalla maglietta «J’adore Rocco» alla più aggiornata e sottotitolata «I love Papi. From hARdCore with love», all’intimo mutandato «I love Chips», che fa l’occhiolino ad Amica Chips, l’azienda mantovana che da anni lo sponsorizza e per la quale ha coniato il celeberrimo e censurato spotslogan «Io di patatine ne ho provate tante». Nel suo passato c’è una Sexi compilation che raccoglieil meglio dell’erotismo musical-canzonettista, nel suo presente un sogno la cui realizzazione probabilmente verrà procrastinata per via del contenzioso fiscale in cui è incappato. Si tratta della Rocco Accademy, un reality show dove dieci aspiranti pornodivi avrebbero affinato l’arte seguiti passo passo dall’impareggiabile maestro e dalle telecamere di qualche canale Sky. Ma, a dispetto della scabrosa materia, il 45enne Siffredi, una vita per il cinema, non ha mai tradito l’indole di quando, ragazzo nato e cresciuto in provincia, si chiamava Rocco Tano e non cercava certo una dimensione nelle dimensioni del suo moraviano Lui. Sulle quali, per altro, si è ecceduto molto in iperbole finché l’interessato ha perentoriamente provveduto fermando le speculazioni a quota 23 (centimetri), tanto basta ad alimentarne il mito di insaziabile stakanovista della patatina.
Insomma, nonostante il successo e le tante dichiarazioni guascone sulle sue imprese, Siffredi resta un artista crepuscolare amante delle piccole cose e della vita tranquilla, che nelle interviste si sforza di distinguere tra la pornografia come lavoro e un altrove riempito dalle gioie del focolare domestico, tra i due figli e l’adorata moglie, ex miss Ungheria e anche lei pornostar di successo perché Dio li fa e poi li accoppia.
Negli ultimi tempi l’attore se l’è ripetutamente presa con internet, responsabile del declino del suo mestiere, perché mette a disposizione gratuitamente contenuti una volta accessibili solo a pagamento. Nel 2004, e sono gli ultimi dati disponibili, il giro d’affari dell’industria del sesso (fonte Eurispes) era superiore al miliardo di euro, con stime che parlavano di un incremento annuo del 5 per cento. Fu così che venne introdotta la porno tax. L’avvio fu difficile, per anni tutto rimase bloccato. Ma a fine 2008 il progetto riprese forza. E ora, finalmente, la tassa si paga anche sul porno.