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 2009  settembre 18 Venerdì calendario

I CENT’ANNI DEL PISA TRA SOFRI E DUNGA


All’appello, per ora, manca Adriano Sofri. Ma l’ex detenuto del carcere pisano Don Bosco, potrebbe accodarsi, all’improvviso, alle migliaia di visitatori che stanno visitando i cimeli del Pisa calcio, messi in mostra (che si chiuderà domenica), nella settimana del centenario, nel palazzo della Limonaia. Sofri è stato da sempre un simpatizzante della squadra del Pisa, anche se non in maniera esclusiva perché la sua fede pallonara è variegata. Nel suo cuore di appassionato di calcio (in carcere molti giocatori andavano a trovarlo, da Dolcetti a Faccenda, tutti ex pisani) c’è spazio per il grande Torino, per la Triestina e per il Taranto, queste due ultime squadre sono le città dove Sofri è nato e ha trascorso l’infanzia).
Sofri, e non solo. Il Pisa sporting club, nato nel 1909, vanta tifosi illustri. Dall’ex ministro Enrico Letta al responsabile Pd per gli enti locali Paolo Fontanelli, che nel centenario vede un segno di speranza per una società fallita e che dalla B è precipitata in serie D: « un centenario duro da festeggiare, ma dobbiamo farlo con la speranza e la voglia di tornare presto in alto», dichiara Fontanelli. E anche Massimo D’Alema e Fabio Mussi, che a Pisa da giovani hanno studiato e militato nel Pci, non perdono occasione, quando si recano nella città della torre pendente, di chiedere informazione sulla squadra pisana, che porta nella maglia gli stessi colori dell’Inter.
Perché la Pisa della Normale, dei centri di ricerca, del’68 e della sinistra rivoluzionaria è legata al resto della città soprattutto per il pallone, grande cemento di identità sociale. Questo background culturale e politico aiuta a capire le ragioni del grande successo della mostra sui cimeli di una squadra che gioca nei campi di periferia della serie D. Certo, il Pisa calcio ha un suo discreto passato sportivo: è stato in serie A, tra i suoi trofei vinti annovera 2 Mitropa Cup e le coppe per i campionati di serie B, e personaggi calcistici di primo piano come l’ex presidente Romeo Anconetani che scoprì l’attuale ct della nazionale brasiliana Carlos Dunga.
Ma da soli questi cimeli e questi trascorsi non spiegano il successo imprevisto di una mostra sportiva, se non si fa riferimento a radici più profonde di una città, Pisa, che nella Toscana rossa ha sempre esercitato un’influenza quasi da capitale. L’intellighenzia di sinistra - da Sofri a D’Alema - è pisana, non fiorentina. In mostra, oltre ai pochi e modesti trofei conquistati dai giocatori nerazzurri in campo, sono esposte anche maglie storiche, foto inedite, oggettistica raccolte fra i collezionisti. Presentata ieri una pubblicazione sui 100 anni del calcio pisano e un libro unico in Italia, «Oltre la maglia», nel quale sono riprodotte tutte le oltre 250 divise ufficiali indossate dal Pisa nella sua storia. «Il nostro orgoglio non retrocede» è lo slogan della mostra. «Questa è una iniziativa della città. Un lavoro di tanti appassionati che hanno nel cuore il Pisa», spiega Fabio Vasarelli, presidente della compagnia Stile Pisano.