Isabella Bossi Fedrigotti, Corriere della Sera 18/09/2009, 18 settembre 2009
HINA, SANAA E QUELLE MAMME CHE NON VORREMMO ASCOLTARE
La mamma di Hina e la mamma di Sanaa l’hanno detto entrambe: che assolvono i loro mariti assassini, che li perdonano, che sono state le ragazze a perdere la testa, a comportarsi male. Avranno anche sbagliato le povere ragazze, perché andare a vivere con il fidanzato sarà certo una vergogna per una famiglia musulmana, un po’ come lo era, fino a 50, 40 anni fa, o anche meno, per una famiglia italiana, ma ammazzarle per questo è imperdonabile, soprattutto da parte di una madre che, per istinto, per cultura antica e immutabile dovrebbe proteggere, sostenere, difendere i figli anche contro i loro padri, se occorre.
Non può essere vero che le madri comprendono chi ha sgozzato le loro ragazze come pecore, lo diranno perché glielo hanno messo in bocca, perché le hanno convinte o costrette, lo diranno per paura perché gli assassini un giorno usciranno di prigione e perché intorno ci sono cognati, fratelli e zii, uomini del clan che le sorvegliano. Ma non può essere vero che perdonano per altri motivi ancora, più prosaici ma non meno drammatici: finendo in prigione per anni e anni, questi due uomini hanno gettato sul lastrico le loro famiglie, privandole dello stipendio che le faceva vivere. E se dopo tutto fosse tragicamente vero, che davvero voi infelici madri di Hina e di Sanaa scegliete di stare con gli assassini, non dovete dirlo non solo perché è quel che vogliono sentire coloro che soffiano sul fuoco dello scontro di civiltà, ma anche perché risulta incomprensibile e insopportabile a noi tutti e perché rischia di seminare il dubbio che le distanze culturali siano troppo, troppo grandi.
Storici e sociologi ci hanno sempre assicurato che saranno le donne islamiche a gettare il ponte sul fossato che ancora ci divide, noi e loro, perché prima o poi si vorranno scrollare di dosso l’antica regola crudele di cieca sottomissione agli uomini di casa, agli atavici precetti tribali, al Corano reinterpretato secondo il capriccio del più forte. Nonostante le dichiarazioni delle due infelici madri vorremmo continuare a credere che non potrà essere che così.