varie, 18 settembre 2009
BICICLETTA ELETTRICA PER VOCE ARANCIO
Aprile 1946. In Francia Marcel Mennesson e Maurice Goudard inventavano il VeloSolex, particolare bicicletta prodotta dalla ditta francese SOLEX - Societé Indutrielle de Fabrication pour l’Automobile et le Cycle. Presentata nell’ottobre ”46 alla 33esima edizione del Salon de l’automobile a Parigi, fu definita ”la bicyclette qui marche toute seule”, in grado di percorrere 100 km con un litro. Molti erano i paesi europei a fabbricarla su licenza della ditta madre: Spagna, Olanda, Danimarca, Svizzera e Italia. In Italia, il veicolo era prodotto da SIFAC, acronimo che stava per Società Industriale di Fabbricazione per Automobili e Cicli (poi diventata Solex Zenith nel ”60, e SINFAC nel ”70).
Nel 2004, il gruppo francese Cible decide di rilanciare il prodotto, incaricando l’italiana Pinifarina di ridisegnarne la linea. Viene montato un motore elettrico, si lasciano i due pedali dell’originale, le batterie sono inserite nel bauletto, dove prima alloggiava la trasmissione a rullo. La velocità massima prevista è di 35 km/h, con un’autonomia di due ore che aumenta al diminuire della velocità. Le batterie sono agli ioni di litio, pesano 5 kg e si ricaricano completamente in 8 ore.
Nel 2007, questa particolare bicicletta torna in produzione, presentata al Salone della Moto di Lione. Si chiama E-Solex: è ecologica, elettrica, leggera (pesa solo 40 kg) e in grado di percorrere 1000 km al costo di un euro. Intorno a questa bicicletta, anche grazie al suo rilancio, si è raccolto un gran numero di estimatori ”velosolexisti”, come accade con le Harley Davidson, le Alfa Romeo o la Vespa. Ma il nuovo Velosolex è solo una delle ultime trovate in fatto di biciclette elettriche.
Mentre ovunque si contrae il mercato automobilistico, il trend delle bici elettriche dilaga. In Cina, circola un totale di circa 430 milioni di biciclette elettriche: un abitante su tre ne possiede una. In America sono state prontamente ribattezzate ”e-bikes”. Il Business Week riferisce che ne sono state vendute 23 milioni nel 2008 in tutto il mondo, e l’Electric Bikes Worldwide Reports stima che nel 2012 il numero raddoppierà. Il mercato è florido anche in India e in Europa. In Italia, solo fra aprile e maggio 2009, ne sono state vendute oltre 40.000 unità.
L’offerta è molto variegata. Oltre al VeloSolex, c’è la tedesca (e costosa) eRockit, un incrocio fra moto e bicicletta che si aziona anche a pedali. Ricorda vagamente il Ciao della Piaggio, si ricarica in sole tre ore e, al massimo della potenza, può superare gli 80 km/h. Ma non è ancora in commercio. Alternativa più economica, l’australiana Stealth Bomber, che ricorda una moto da fuoristrada e combina pedali e motore elettrico. Con quest’ultima, si possono raggiungere i 70-80 km/h pagando, di energia elettrica, 0,5 centesimi di euro al chilometro.
Si ricarica a velocità record Tailwind, ultima nata dell’azienda di biciclette Schwinn. Se il tempo medio di ricarica della batteria si aggira sulle 5 ore, per ricaricare Tailwind con un caricabatterie bastano dai 5 ai 7 minuti, 30 se collegata alla corrente elettrica. Inoltre, all’EICMA, evento fieristico che si è tenuto a Milano dal 18 al 21 settembre, viene presentata in anteprima italiana City Pearl, la nuova bici elettrica targata Ducati e Italwin. Alimentata da una batteria al litio molto leggera (appena 3,5 kg), sarà disponibile a partire da gennaio 2010 sul mercato europeo.
I prezzi sono vari, mediamente elevati. Si parte da 200 euro per una bicicletta made in China, fino a 25.000 euro (41.000 dollari USA) per un modello eRockit. Per una Stealth Bomber, si va dall’equivalente di 5971 dollari americani ad un massimo di 6486 dollari, a seconda della potenza desiderata in kilowattora. Più contenuto il costo di Tailwind, comunque superiore ai 3000 euro. Infine E-Solex, la più economica, costa 1.150 euro, ed è in commercio in Italia dal 2007. ancora sconosciuto il prezzo di listino di City Pearl.
C’è anche chi, la e-bike, se la fabbrica da sé. Bastano un motore elettrico preferibilmente gia predisposto per essere inserito al posto della ruota posteriore o anteriore, 3 batterie da 12 volt e una centralina dedicata al motore. Dopodichè «in 10 minuti la bicicletta è pronta. Basta smontare la ruota posteriore e sostituirla con il motore, collegare motore a centralina, batterie a centralina e batterie sul portapacchi» suggerisce Gioscarab, utente di un forum su ambiente ed energie rinnovabili. In vendita esistono kit appositi per trasformare la propria vecchia bici in un modello a pedalata assistita: il costo parte da un centinaio di euro.
Chi sono gli utenti? Si va dai comuni mortali a personaggi di pubblico dominio. Come Enrico Mentana che, l’11 settembre, è stato pizzicato da Dagospia mentre si recava ad una colazione di lavoro con il CDA Rai Nino Rizzo Nervo a bordo una e-bike. O come i politici genovesi che hanno preso parte a ”Pedale Solidale”, una gara ciclistica locale. Fra le star di Hollywood molti adepti. Daryl Hannah, già ”sirena a Manhattan” possiede una iZip Hybrid Electric Bike. James Denton, il Mike Delfino di ”Desperate Housewives”, cavalca una Zero X Electric Bike. Appassionati al genere anche gli attori Leonardo DiCaprio, Steven Seagal, Kevin Dillon e Ed Bengley Jr.
La bicicletta spopola? La città si adegua. In molte città italiane e straniere si offre ai cittadini, oltre al servizio di car-sharing, anche un servizio di bike-sharing. In Europa, la prima città che ha adottato la formula ”bici a noleggio” è Parigi. Dal 15 luglio 2007, è stato introdotto nella capitale francese Velib, sintesi di ”vèlo” e ”liberté”. L’obiettivo che il sindaco parigino Bertrand Delanoë si prefissava era una riduzione del traffico del 40%, grazie ad un parco veicoli iniziale di 10.000 unità. Inoltre, dal 21 marzo 2009, il Comune sovvenziona l’acquisto di un ciclomotore nuovo (scooter o bicicletta) fino a 400 euro, con uno sconto fino al 25%.
Senza contare che ricaricare il proprio mezzo elettrico a Parigi è gratis: basta recarsi in una delle 100 stazioni di ricarica disseminate per la città. A un anno e mezzo dal lancio del servizio, una nota negativa: l’elevatissimo numero di furti, che hanno coinvolto 7.800 biciclette su 20.000, e di danneggiamenti, che hanno colpito 11.600 mezzi. In seguito alle rilevazioni, Delanoë ha promosso una campagna anti-vandalismo. Qualche cifra del ”business bike-sharing” a Parigi: 170.000 abbonamenti sottoscritti, 78.000 parigini che usano abitualmente le bici pubbliche, una spesa pubblica di 400 euro a bici.
Se a Parigi il bike-sharing funziona bene ma con qualche débâcle, in Italia sembra funzionare benissimo. A Genova, la prima città europea ad adottare biciclette a pedalata assistita. A Milano, la città che detiene il record del miglior funzionamento del servizio. A Roma, dove esistono sette stazioni di ricarica per i mezzi elettrici, delle quali una ad Ostia, inaugurata il 4 agosto 2009.
A questo si aggiungono gli ecoincentivi offerti da molte regioni italiane, Regione Lazio e Regione Veneto in testa, per l’acquisto di biciclette elettriche. Già nel novembre 2005, la Regione Lazio stanziava 4 milioni di euro per gli ecoincentivi, di cui il 15% stanziato per l’acquisto di mezzi elettrici, biciclette e motorini. Inoltre, grazie ad un accordo con ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) sui veicoli acquistati non si pagano le spese di immatricolazione di 150 euro, oltre ad ottenere sconti fino al 30% se si decide di rottamare il vecchio ciclomotore. Nel marzo 2009, il Comune di Verona stanziava 20.000 euro per l’acquisto di biciclette elettriche, consentendo agli acquirenti di usufruire di uno sconto di 250 euro. Il Governo asseconda l’entusiasmo. Il 20 maggio 2009, grazie al successo di vendita dei veicoli elettrici, il Ministero dell’Ambiente ha annunciato il raddoppiamento degli incentivi all’acquisto (altri 10 milioni di euro), soddisfando le richieste di 60 mila acquirenti già in attesa. Il ministro Stefania Prestigiacomo si era riproposta di arrivare a quota 120mila biciclette in circolazione entro l’estate 2009.
Però, se si esaminano le cifre, l’Italia risulta essere tra i paesi europei in cui il mercato delle biciclette è meno fiorente. Da noi, infatti, non se ne vendono 3 ogni 100 abitanti, a fronte delle 9 di Olanda e Danimarca, o delle 6 di Germania e Austria. Si stima che nel 2009 ne siano state vendute 2 milioni, e che il fatturato totale ammonti a 526 milioni di euro. Parliamo di un paese dove ci sono solo 1.200 km di piste ciclabili (in Olanda ce ne sono più di 4.500), neanche l’1% della viabilità totale, i cui abitanti percorrono in media 168 km all’anno. La Gran Bretagna, paese dove si vendono poche bici come da noi, può disporre di un National Cycle Network di 12.000 km, già 8.000 km all’epoca dell’inaugurazione nel 2000. E tutto a dispetto delle dimensioni dei paesi in gioco: l’Olanda e la Danimarca superano di poco i 41.000 km2 di superficie, mentre l’Italia ne misura 301.000. Fattori decisivi del primato olandese e danese sono l’orografia del territorio, la mentalità dei cittadini, il livello qualitativo delle infrastrutture disponibili.
Per rivitalizzare il mercato, quindi, si cerca di spingerlo promuovendo uno stile di vita ecosostenibile, coadiuvato da biciclette elettriche sempre più leggere, rapidamente ricaricabili e veloci. Il ciclista americano John Howard ha detto: «La bicicletta è un veicolo curioso: il suo passeggero è il suo motore». Beh, ora non più.