Internazionale, 18-24/09/09, 24 settembre 2009
La pubblicità fa bere di più - Bisogna mettere al bando tutte le pubblicità degli alcolici, comprese le sponsorizzazioni degli eventi sportivi e dei concerti
La pubblicità fa bere di più - Bisogna mettere al bando tutte le pubblicità degli alcolici, comprese le sponsorizzazioni degli eventi sportivi e dei concerti. Lo scrive lo British medical association (Bma) nel suo rapporto sugli effetti dannosi del marketing dell’industria degli alcolici sui giovani. Nonostante l’aumento dei prezzi, in Gran Bretagna il consumo di bevande alcoliche è diminuito molto poco negli ultimi cinque o dieci anni. La ragione va ricercata nel marketing che costa all’industria 800 milioni di sterline (915 milioni di euro) all’anno. Diversi studi evidenziano una correlazione tra pubblicità e consumo di alcol. E i giovani sembrano essere i più influenzabili: almeno il 90 per cento degli over 13 riconosce la marca di una bevanda popolare anche quando il nome viene oscurato, quasi la metà possiede un prodotto o una maglietta con il marchio di una birra o simili. Il problema, sottolinea la Bma, è il messaggio veicolato dalle pubblicità, cioè che le bevande alcoliche sono ”fighe” e che danno successo (con le donne o nello sport). Quanto, come e perchè si beve non dipenderebbe quindi solo dal prezzo o dalla disponibilità di alcolici, ma anche dalle strategie di marketing. Le industrie dell’alcol, invece, sostengono che la pubblicità non aumenta i consumi, ma serve solo a rafforzare la fedeltà al marchio dei giovani.