Laura Putti, la Repubblica, 18/09/09, 18 settembre 2009
La rabbia di Sally Potter: ecco il film per l’IPhone - La regista inglese che quasi vent´anni fa ci stupì raccontandoci la trasparente androginia di Orlando e che nel ´97 ci rinchiuse in una stanza insieme a lei e a un danzatore di tango (Lezioni di tango) ha deciso di restituirci libertà assoluta
La rabbia di Sally Potter: ecco il film per l’IPhone - La regista inglese che quasi vent´anni fa ci stupì raccontandoci la trasparente androginia di Orlando e che nel ´97 ci rinchiuse in una stanza insieme a lei e a un danzatore di tango (Lezioni di tango) ha deciso di restituirci libertà assoluta. Tanto da adattare il suo cinema allo schermo più mobile che c´è: quello di un telefonino. Da lunedì al 27 settembre (in sette puntate da una decina di minuti l´una) il nuovo film di Sally Potter sarà visibile gratis sull´iPhone (anche iPod Touch, Google Android G-Phones 1 e 2, Nokia N96, N95 e 6210) via 3G e WiFi scaricando l´icona della piattaforma Babelgum Mobile dall´iTunes Store. Il film si intitola Rage, rabbia, ed è il primo in assoluto pensato per la telefonia mobile e trasmesso da un cellulare. Dal 28 settembre sarà anche sul sito di Babelgum (www.babelgum.com/rage), con due episodi alla settimana. Uscirà poi in dvd e più in là nelle sale (distribuito in Italia da Mikado). Ma la rivoluzione non è soltanto tecnologica; è anche, come dice Sally Potter, etica. «Malgrado annuncino che la crisi economica stia passando, sappiamo bene che i tempi saranno lunghi. Bisogna quindi studiare altri modi, più economici, ma non meno artisticamente importanti, di fare cinema» dice la regista. Eccoci dunque tornati a un cinema di volti, un cinema intimo. «Ma, pur sembrando vuoto, è un cinema pieno di contenuti, saturato di significati. Nel caso di Rage, per creare l´illusione di questa semplicità, ho lavorato moltissimo sulle immagini. Il cinema per me resta una meravigliosa illusione, ma credo che questa minimalità sia sempre di più il suo futuro: per sopravvivere siamo costretti a fare un cinema semplice e per supporti diversi. Tutti hanno un cellulare e un computer, e gli schermi televisivi casalinghi saranno sempre più grandi». Ecco allora che Sally Potter si è messa dietro alla cinepresa, ha adottato il nome di Michelangelo e l´identità di un giovane e silenzioso studente di cinema («Abbiamo tutti una falsa identità, su Internet»), e ha lasciato parlare molti personaggi. Monologhi di meno di cinque minuti, uno via l´altro. Facce differenti con alle spalle uno sfondo luminoso che la dice lunga su chi parla e le cose che dirà. Una storia ambientata nel narcisistico mondo della moda; una storia da costruire come un puzzle, tra Bergman e Rashomon, racconto dopo racconto, che si trasformerà in un thriller con tanto di morti ammazzati in passerella. Al frugale progetto di Rage ha aderito un cast stellare: tra gli attori c´è Jude Law mai visto così a suo agio (e così bello) nei panni della supermodel Minx, travestito di origini russe; c´è Judi Dench, disincantata giornalista di moda; Dianne Wiest, manager e proprietaria della casa di moda nella quale è ambientato il film; John Leguizamo è una guardia del corpo, e proprio durante il suo monologo si udiranno colpi di pistola e urla (ovviamente non vedremo la scena); Steve Buscemi è il fotografo scoppiato Frank, dalla guerra alla moda; la meravigliosa Adriana Barraza (la cameriera messicana di "Babel") è la costumista, unico personaggio dolente e veramente positivo; Simon Abkarian (bravissimo attore di origini armene, al momento molto attivo in Francia) è lo stilista Merlin; Lily Cole è la baby modella Lettuce Leaf (foglia di lattuga). «Ho proposto la parte e loro hanno accettato subito» dice Sally Potter. «Oltre che dalla storia e dalla sfida tecnologica sono stati attratti dal tipo di produzione: nessun attore ha incontrato un altro, ognuno ha lavorato per due giorni e il set era composto di tre persone: l´attore, io con la cinepresa e l´ingegnere del suono. C´era anche chi si occupava delle luci e qualcuno al computer. Ma erano nascosti, fuori dal set».