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 2009  settembre 17 Giovedì calendario

IL KILLER DEI POVERI

La malaria è una di quelle malat-tie che nell’immaginario collettivo risultano cancellate o limitate, residuo di un passato che si avverte come lontano. In realtà non è così, vi sono aree ampie nel mondo in cui la malaria è purtroppo ancora oggi un killer pericoloso. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ogni anno quasi 300 milioni di persone si ammalano gravemente di malaria e circa 1 milione ne muore.
Il 40% della popolazione mondiale, in gran parte quella che vive nei Paesi più poveri, è esposta al rischio di questa malattia. La malaria è diffusa soprattutto nelle aree tropicali e sub-tropicali e il 90% dei decessi collegabili a essa è concentrato nell’Africa sub-sahariana, dove si stima che ne muoia un bambino ogni 30 secondi. Tra le aree più colpite dalla malaria vi sono anche l’India, il Sud Est asiatico, l’America centrale e la parte Nord dell’America latina.
I più a rischio sono i bambini, le donne che durante la gravidanza hanno una riduzione dell’immunità, oltre che più in generale tutte le persone prive o quasi di immunità a causa delle dure condizioni di vita. In Africa, la malaria rimane il principale motivo di mortalità tra i bambini al di sotto dei cinque anni. Vi è inoltre da considerare che anche nei casi non fatali resta poi il pericolo di danni neurologici.
La malaria è quindi un problema umano e sociale di dimensioni ancora rilevanti, che tra l’altro provoca costi economici non indifferenti. In termini di perdita sul Prodotto interno lordo, si stima che per l’Africa incida in ragione di 12 miliardi di dollari ogni anno. Gli esperti sottolineano come la malaria sia una malattia causata dalla povertà, che a sua volta causa povertà. La crescita economica dei Paesi più colpiti dalla malaria risente pesantemente della sua presenza.
Anche sul versante delle spese sanitarie le conseguenze sono massicce. Nelle aree di maggiore trasmissione, le spese connesse alla malattia rappresentano il 40% della spesa sanitaria pubblica complessiva: oltre il 50% per le visite ambulatoriali e tra il 30% e il 50% per le ospedalizzazioni.
Ciò che rende ancora più amaro il bilancio è il fatto che la malaria è prevenibile, mutando le condizioni di vita delle popolazioni a rischio, ed è curabile, utilizzando farmaci consolidati. Nonostante i progressi fatti negli anni, molto resta da fare per quel che riguarda sia la prevenzione, sia la disponibilità di medicinali nei tempi e nei modi giusti. La promozione in Africa (in Kenya, Tanzania, Uganda) della coltivazione della artemisia, pianta di origine cinese che fornisce la sostanza base per il farmaco antimalaria, è una delle vie che si cerca di seguire. Un’altra è quella dei modi di somministrazione. Quando nel luglio scorso l’elvetica Novartis, una delle case farmaceutiche attive nel segmento, ha consegnato in Tanzania il suo 250milionesimo trattamento antimalarico, è stata presentata anche la versione del farmaco diluibile in acqua, più facile quindi da assorbire da parte dei bambini. La stessa società svizzera ha sottolineato che la sua attività antimalarica è non profit e che occorre ora sempre più agire di concerto sia con i Governi sia con associazioni come United against malaria (Uam), di cui fa parte tra gli altri anche la Bill & Melinda Gates Foundation. Forse sono nuovi passi avanti, anche se la strada da percorrere nella lotta alla malaria resta lunga.