Lu.D.I., Il Sole-24 Ore 17/9/2009;, 17 settembre 2009
SCOMMETTENDO SI PU IMPARARE
Scommettendo s’impara:per alcuni mesi Google ha chiesto a un migliaio di impiegati di prevedere alcuni eventi, come la data di lancio di un prodotto, l’apertura di un ufficio o altre decisioni strategiche. Con sorpresa di Bo Cowgill, leader del team che ha seguito l’esperimento, le attese dichiarate dai dipendenti si sono avvicinate molto alla realtà. Quello di Google, però, non è un progetto nuovo. Da poco un’azienda, Crowdcast, ha deciso di insegnare ad altre imprese come sviluppare i mercati predittivi tra le mura degli uffici.
Lo strumento per condividere le sfide e partecipare alle previsioni è una sorta di social network che, raccogliendo le scommesse degli impiegati, permette di puntare piccole somme di denaro. Il bookmaker automatico accetta qualsiasi tipo di obiettivo: vendite di un prodotto, decisioni di tribunali, emanazione di nuove normative. In particolare, Crowdcast chiede ai dipendenti di motivare le loro scelte in un forum anonimo: in questo modo, diventano esplicite idee, intuizioni, dati che altrimenti non sarebbero stati raccolti nei documenti redatti durante il tradizionale flusso informativo dell’azienda. Secondo l’Economist, la multinazionale chimica Koch Industries ha utilizzato i mercati predittivi per nove mesi con la collaborazione di 200 impiegati. Risultato? Koch ha riscontrato che le aspettative si sono avvicinate molto ai dati reali: eppure, secondo gli analisti del conglomerato chimico, si tratta di uno strumento da adoperare con altre tecniche d’indagine, ma non può sostituire le tradizionali metodologie di ricerca.
I clienti di Crowdcast (che ha sede a Redwood City, in California) provengono da differenti settori del mondo economico: industria cinematografica, società farmaceutiche, automotive (General Motors ha sperimentato il software tra i suoi reparti). Quella dei mercati predittivi è una frontiera esplorata da molte aziende hi-tech: i laboratori della Hewlett Packard, per esempio, lavorano da tempo al progetto di intelligenza collettiva Brain, in un’area di ricerca tra i social network online e il web semantico.