Gu. Ro., Il Sole-24 Ore 17/9/2009;, 17 settembre 2009
MATEMATICA DELLA SICUREZZA
Gli attacchi terroristici dell’Eta a Maiorca hanno molto in comune con quelli dei talebani in Afghanistan ed entrambi sono in parte prevedibili se analizzati come un sistema complesso. quanto ha dimostrato il britannico Neil Johnson, trasferitosi da Oxford all’Università di Miami dove coordina una squadra che fa consulenza per il Pentagono e diversi think-tank di Washington. Le analisi di Johnson prendono spesso in contropiede gli esperti che cercano di spiegare, sul piccolo schermo come nelle riunioni ufficiali, quali sono le forze che governano gli atti di violenza e che sono sorprendentemente comuni a molti movimenti che coinvolgono gruppi di persone.
«Fino a poco tempo fa queste analisi sarebbero state impossibili – osserva Johnson ”, ma oggi l’uso di telefoni fissi e mobili, di comunicazioni elettroniche e la semplice possibilità di interfacciare database informatici diversissimi permette di ricostruire moltissime informazioni sull’identità e i legami dei componenti di quelle " minireti" costituite dai gruppi attivi in queste guerre asimmetriche. Di fatto le nuove tecnologie stanno permettendo di individuare legami prima invisibili e di applicarvi analisi matematiche molto sofisticate ». Il lavoro di Johnson mostra che i tempi e i luoghi nei quali, ad esempio, avvengono gli attacchi terroristici non sembrano dipendere da dove ha luogo il conflitto o dalle sue cause scatenanti, ma piuttosto da un pattern universale che ricorre per tutti i piccoli gruppi che si trovano a fronteggiare un nemico più numeroso e organizzato. L’asimmetria dei conflitti, con una forza militare confrontata con gruppi di guerriglieri, sembra essere la cifra distintiva delle guerre moderne e produce comportamenti simili.
Johnson e colleghi hanno individuato una legge di potenza che mette in correlazione gli attacchi e i numeri di vittime per conflitti diversissimi, da Israele al Senegal, dal Peru all’Afghanistan. I risultati sono sorprendenti perché tutti i conflitti sembrano avere curve simili, mentre la I e II Guerra mondiale, combattute soprattutto tra forze regolari, hanno andamenti completamente diversi. Ma i modelli di Johnson permettono anche di calcolare la forza di ogni piccolo nucleo terroristico in base a che conoscenze possiede e immaginarne gli obiettivi. Johnson però non è un fisico prestato all ’intelligence erivendica l’interesse scientifico del suo lavoro che potrebbe avere anche risvolti di business. «Al momento non ci sono ancora spin-off commerciali – spiega ”, ma per l’analisi della complessità c’è chiaramente molto mercato nell’analisi del rischio, soprattutto in campo finanziario dove abbiamo già fatto diverse analisi negli anni scorsi».
Gu. Ro.