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 2009  settembre 17 Giovedì calendario

«QUEI LEGAMI INVISIBILI TRA DATI» - «I

dati non sono mai muti se sai fargli le domande giuste», amano ripetere i ricercatori e il settore dell’informatica applicata alla business intelligence non fa eccezione. Anzi, questo settore è diventato uno dei più ricchi di nuovi studi grazie all’informatizzazione degli scambi commerciali e finanziari che oggi finalmente permettono ai ricercatori di "giocare" con dati veri sugli scambi e i comportamenti di individui e mercati.
«Ora sappiamo andare molto oltre la semplice interrogazione dei dati come si fa tradizionalmente in un sistema per la gestione di basi di dati – osserva Gabriella Pasi, docente di informatica all’Università Bicocca di Milano dove in questi giorni presiede la Conferenza internazionale sulla web intelligence e gli agenti intelligenti ”. Siamo in grado di andare a trovare le correlazioni tra dati diversi e provenienti da fonti diverse, che sarebbero difficili da estrarre con query tradizionali ». Un esempio è il lavoro di Chengqi Zhang, del Centre for Quantum Computation & Intelligent Systems di Sydney, in Australia, intervenuto in Bicocca per illustrare le sue ricerche sull’estrapolazione di conoscenza sui dati grezzi del trading finanziario.
«Il settore del data-mining e soprattutto della knowledge extraction
sono oggi quelli in più rapida evoluzione – spiega Pasi – perché permettono di generare nuove conoscenze sul mondo nel quale operano le aziende, ma anche di pianificare servizi al cittadino negli ambiti più diversi ». Un caso tipico di applicazione di queste metodologie è il
profiling di consumatori e utenti, già molto diffuso nella grande distribuzione, ma in piena esplosione per quanto riguarda le ricerche e l’advertising online. « quello che tra gli addetti ai lavori chiamiamo "computational advertising" – spiega Pasi, specializzata in questo settore – e che ha enormi potenzialità per aiutare i motori di ricerca a proporre inserzioni sempre più personalizzate e mirate agli interessi dell’utente ». Quando ad esempio effettuiamo una ricerca con Google o Yahoo vediamo i risultati apparire insieme a una serie di proposte commerciali il cui ranking è frutto di un complesso lavoro di ricerca di informatici che lavorano spalla a spalla con i team commerciali. Ovviamente esistono problemi di privacy e di data disclosure legati all’utilizzo di questi dati, ma tutti i motori di ricerca possono già utilizzare i "query log", di fatto il registro delle interrogazioni fatte attraverso un Ip e quindi una postazione informatica che si stanno già rivelando una miniera di informazioni per chi sa trattare questi dati e promettono di diventare uno dei nuovi filoni di crescita per l’advertising online e che potrebbero rimescolare le posizioni di dominanza che ha assunto l’azienda di Mountain View.
«Un altro settore di ricerca molto promettente è lo sviluppo delle tecnologie degli "agenti intelligenti" molto utili anche nel settore del data-mining per recuperare informazioni – osserva Pasi – .Questi non sono altro che degli algoritmi, in pratica dei software con un comportamento autonomo e capacità di apprendimento che possono anche cooperare con altri agenti». L’obiettivo verso il quale si muovono i ricercatori è lo sviluppo di software intelligenti in grado di mettere in contatto sistemi e database differenti per costruire nuove conoscenze grazie alle relazioni che possono essere individuate nei dati. Per la ricerca informatica che alimenta il settore della business intelligence è un momento molto stimolante grazie all’abbondanza di dati digitali e ai bassi costi della capacità di calcolo,ma anche per l’evoluzione delle modalità di organizzazione dei dati.
«Negli ultimi anni un passo avanti molto importante, sia per la ricerca che per il business, è stata l’integrazione dei sistemi – osserva Pasi – perché con la diffusione di standard come l’Xml si sono moltiplicate le possibilità di collegare i database. L’ information retrieval è un campo di ricerca nato negli anni Settanta, ma l’arrivo dei motori di ricerca nel ’94 e queste nuove possibilità di interrelazione stanno moltiplicando le possibilità di applicare anche le ricerche più fondamentali al business, ad esempio identificando frammenti di informazione all’interno di sistemi anche molto strutturati come un libro e metterli in relazione con altri frammenti nell’ambito della stessa struttura. Credo che nei prossimi anni vedremo crescere ancora il contributo della ricerca alle possibilità di utilizzo aziendale».