Marco Masciaga, Il Sole-24 Ore 17/9/2009;, 17 settembre 2009
UN SUCCESSO IN INDIA I TRENI SOLO PER SIGNORA
Treni affollati all’inverosimile, nella stragrande maggioranza da uomini e senza nessuno a cui potersi rivolgere in caso di parole, gesti e attenzioni non richiesti. così che ogni giorno viaggiano decine di migliaia di pendolari indiane. Venendo quotidianamente in contatto, anche fisico, con una società profondamente maschilista che spesso scorge nella folla un paravento dietro il quale poter dare il peggio di sé.
La novità delle ultime settimane è che, in queste condizioni, alcune di loro non viaggeranno più. Il merito è del nuovo ministro delle Ferrovie, l’agguerrita pasionaria bengalese Mamata Banerjee, già vittoriosa protagonista della battaglia contro lo stabilimento della Tata Motors che avrebbe dovuto produrre i primi esemplari della Nano. per volontà della Banerjee che nell’ultimo budget delle Indian Railways, in mezzo a un lungo elenco di progetti da realizzare in quel West Bengal dove il ministro ha la sua roccaforte elettorale, sono stati inseriti anche otto Ladies Specials. Treni che copriranno le tratte suburbane di New Delhi, Mumbai, Chennai e Calcutta e che saranno riservati alle sole viaggiatrici. Il loro compito sarà quello di servire una tipologia di indiana che fino a poco prima del boom economico degli anni 90 era un’autentica rarità: la donna lavoratrice.
L’iniziativa, che ha preso il via alcune settimane fa, sembra piacere. E non solo alle pendolari. Tra gli entusiasti ci sono anche alcune delle femministe che potrebbero legittimamente intravedere nell’idea di ghettizzare le donne una misuratampone che anziché affrontare il problema si limita ad aggirarlo, come se le molestie sui mezzi pubblici fossero qualcosa di ineluttabile.
«La nostra non è una società dove una ragazza che viaggia da sola possa sentirsi a proprio agio», spiega Urvashi Butalia, fondatrice e direttrice di Zubaan, una casa editrice specializzata in libri sulla condizione femminile nei paesi in via di sviluppo, e figura simbolo del movimento femminista indiano. «Il primo esperimento con i treni per signora - spiega - risale ai primi anni 90 a Mumbai, ma quello fu un caso isolato. Penso che l’iniziativa di estendere il progetto alle altre metropoli indiane sia stata una buona idea». Così buona che neppure il fatto che a promuovere i Ladies Specials sia stata una leader politica più spesso etichettata come populista che femminista sembra essere in grado di intaccare l’entusiasmo della Butalia. «Chi lo ha deciso e con quali fini è secondario», spiega. «Questo è uno di quei casi in cui la bontà di ciò che è stato fatto, ovvero affrontare un problema vissuto da un numero crescente di donne indiane, è tale da far passare in secondo piano tutto il resto».