Cristiana Raffa, Luxury24-IlSole24Ore, 17 settembre 2009
Viaggio nella nuova sede di Facebook - "Oggi in ufficio si beve succo di carota e si ascolta un dj set elettro-pop"
Viaggio nella nuova sede di Facebook - "Oggi in ufficio si beve succo di carota e si ascolta un dj set elettro-pop". Potrebbe essere uno status postato su Facebook da uno dei 700 impiegati della Facebook Inc., ossia la società che pensa, organizza e produce il social network più popolare al mondo con oltre 250 milioni di utenti attivi. Il nuovo quartier generale della compagnia, il cui valore è stimato attualmente tra i 5 e i 15 miliardi di dollari (praticamente una gallina dalle uova d’oro, considerando che è nata dal nulla nel 2004), si trova in California, a Palo Alto, all’interno dello Stanford Research Park. Lo ha disegnato lo studio O+A di San Francisco, pluripremiato per il design innovativo di spazi commerciali e di lavoro. Prima di rispondere ad ogni domanda, Verda Alexander si consulta lungamente col suo socio Primo Orpilla, co-fondatore dello studio. Da 17 anni lavorano fianco a fianco e sono complementari: "Siamo abituati a discutere sempre delle nostre idee, vogliamo condividere tutto, esattamente come facciamo coi nostri clienti, sono loro che ci guidano per un prodotto finale ottimale". Gli uffici della Facebook Inc si snodano all’interno di un vecchio edificio industriale riconvertito, circa 14mila mq, senza alterarne la natura, lasciando grandi aperture, altezza originale e tubature a vista. Gli spazi sono caratterizzati da colori accesi e neutri a contrasto, luce solare dalle grandi vetrate, zone lounge con comodi divani, cucine attrezzate per prepararsi autonomamente il pranzo, postazione per dj. Tutto all’insegna dell’eco-sostenibilità, condizione necessaria per costruire, o restaurare, edifici secondo l’ordinanza locale "Green Building 2008". L’ufficio centrale, quello dei capi, è posto al centro della grande struttura, accessibile da ogni parte, come a voler segnalare con la pianta dell’edificio l’orizzontalità nella comunicazione di una grande e soprattutto giovane azienda: "Il successo di un buon progetto non è tanto quello di risolvere le sfide dello spazio o quelle estetiche, ma catturare lo spirito della compagnia committente. Le grandi società sanno che il design deve essere necessariamente integrato alla propria struttura, all’ambiente e anche al prodotto finale". Fino all’anno scorso i diversi dipartimenti erano divisi in 10 sedi nella downtown della città, nel cuore tecnologico della Silicon Valley. L’unificazione delle diverse parti all’interno della nuova sede è avvenuta in maniera cauta mantenendo una certa separazione tra le zone, sebbene siano tutte collegate e poste su un unico piano. Come sta accadendo da alcuni anni per tutti i progetti più intelligenti dei luoghi di lavoro, sono gli stessi utenti, impiegati ad ogni livello della scala gerarchica, ad essere ascoltati prima di iniziare a buttare giù i primi disegni. Ormai si è capito che il benessere degli impiegati, e di conseguenza il livello di rendimento, è legato anche alla sensazione dei dipendenti di "sentirsi a casa". In questo caso, invece di procedere coi classici questionari, si sono creati dei gruppi, ovviamente su Facebook: unità di impiegati nei diversi dipartimenti hanno aperto la propria pagina virtuale sul portale, accessibile ai designer, attraverso la quale hanno espresso le rispettive esigenze e i desideri. Allo stesso modo, passo dopo passo, il progetto è stato monitorato da tutti on-line, è cresciuto e ha iniziato a prendere forma sotto gli occhi, o meglio dietro gli schermi dei computer, di coloro che oggi lo vivono quotidianamente: "Oltre a lavorare sui bisogni dei dipendenti prima e durante, per noi è importante ascoltare il loro feedback dopo l’insediamento. Solitamente torniamo a sentire come stanno andando le cose anche dopo due anni. Ci serve per migliorare, per aggiustare il tiro". E’ chiaro che ogni compagnia ha esigenze diverse che si legano alla brand identity. In una società fatta soprattutto di trentenni, nata da un’idea sviluppatasi in ambito universitario (il fondatore Mark Zuckerberg, oggi venticinquenne, era uno studente sbarbatello quando ebbe l’intuizione), si deve respirare un’aria fresca e scanzonata, necessaria anche per ispirare nuova creatività multimediale. Per questo alcune pareti dell’ufficio sono state pensate per disegnarci sopra, bacheche reali che si compongono insieme a quelle virtuali della comunità on-line. Ma anche per un altro motivo, più generale: "Abbiamo capito che lasciare degli spazi vuoti, come pareti da riempire, aiuta i nostri clienti ad appropriarsi dell’ambiente di lavoro. La parola chiave nel futuro di questo tipo di progetti è personalizzazione".