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 2009  settembre 17 Giovedì calendario

L’ex vincitrice: «Chiudiamo Miss Italia» - Confesso che ho afferrato il telecomando e ho spento il televisore alla vista dell’ennesima ragazza che avanzava in costume da bagno verso di me, col passo da valkiria

L’ex vincitrice: «Chiudiamo Miss Italia» - Confesso che ho afferrato il telecomando e ho spento il televisore alla vista dell’ennesima ragazza che avanzava in costume da bagno verso di me, col passo da valkiria. Mi sembrava di leggere nei loro occhi la stessa frase. «Voglio diventare famosa, non so con quale mestiere, ma nota "a prescindere". Oggi è così che funziona, no? Perché non posso farcela anch io?». Chi scrive è una «ex» Miss Italia, quella del lontano 1977, che oggi, si sente in imbarazzo per essere stata una «Miss». Risparmio ai lettori la storia della mia elezione, ricordando solo due cose: mi capitò in vacanza, come un avventura casuale, e in un contesto sociale molto diverso dall’attuale. Erano anni di fermenti femministi, il tessuto sociale e culturale del nostro Paese era alto, le donne combattevano per avere giusto spazio nel mondo del lavoro. Ovviamente fui bersaglio di dardi infuocati. Poco male, la mia saggia mamma mi riportò a casa a Catania per terminare il mio liceo classico. Ciò che ho fatto dopo è noto. Quello che stride oggi, secondo me, e mi spinge a scrivere, è la collocazione del concorso di Miss Italia in un momento storico di forte degrado sociale. L’immagine delle donne, spesso purtroppo complici, che i mezzi di comunicazione ci propongono quotidianamente, la trovo fortemente mortificante. Essere belle, disponibili, e magari prive di talento, sembra la ricetta per vincere. «Merito» e «Gavetta», sono diventate parole da parruccone moraliste. Forse lo sono, moralista intendo, oppure sono solo cresciuta. Vi lascio con questa annosa domanda che vi porge una ex Miss: questo concorso, ha ancora motivo di esistere?