Marco Zatterin, la Stampa 17/09/09, 17 settembre 2009
Chi ci governa da Bruxelles (DOMANDE E RISPOSTE) - Qual è la mappa dei poteri dell’Unione europea? Esistono tre istituzioni principali, da cui scaturiscono le azioni e le decisioni comunitarie: il Consiglio europeo, il Parlamento e la Commissione esecutiva
Chi ci governa da Bruxelles (DOMANDE E RISPOSTE) - Qual è la mappa dei poteri dell’Unione europea? Esistono tre istituzioni principali, da cui scaturiscono le azioni e le decisioni comunitarie: il Consiglio europeo, il Parlamento e la Commissione esecutiva. Tutte e tre hanno sede a Bruxelles. Al loro fianco c’è la Corte di Giustizia, la magistratura che giudica sul rispetto delle leggi comuni e ha sede a Lussemburgo. Poi c’è una lunga serie di agenzie, con la responsabilità di settori specifici come la Salute, l’Ambiente o l’Energia. Chi decide davvero? E’ il Consiglio europeo, ovvero i governi, ad avere quasi sempre l’ultima parola. Si riunisce a scadenze regolari, anche mensilmente, con differenti materie. Una volta sono i ministri dell’Economia dei ventisette Stati membri, un’altra quelli degli Esteri, o ancora dell’Ambiente e dell’Energia. Sono loro che esprimono la volontà politica dell’Europa, ognuno nel proprio settore di competenza. I Consigli europei si tengono due volte all’anno, a giugno e a dicembre, sempre a Bruxelles. Facciamo un esempio di come agisce il Consiglio? Prendiamo il cambiamento climatico. Il Consiglio europeo, convocato a livello di capi di Stato e di governo, ha stabilito che l’Europa deve ridurre del 20% entro il 2020 le emissioni di biossido di carbonio per fermare l’effetto serra. La Commissione ha predisposto i testi legislativi (direttive e regolamenti) necessari, a suo avviso, per raggiungere l’obiettivo. I ministri dell’Energia e dell’Ambiente degli Stati li devono approvare in Consiglio. L’ultima parola spetta sempre a loro. Oggi c’è un vertice a Bruxelles. In quale categoria rientra? una riunione informale dei capi di Stato e di governo, per l’Italia Berlusconi, per la Francia Sarkozy, per la Germania Merkel, e così via. Serve a preparare il summit del G20 della prossima settimana, quando - insieme con Usa, Giappone e gli altri big del mondo - valuteranno le misure per rimediare alla crisi economica e indicare le nuove regole e i nuovi assetti della finanza globale. Devono trovare una posizione comune. importante che siano il più coesi possibile. Qual è il ruolo della Commissione? Ha in sostanza due compiti. Primo: è il guardiano della corretta applicazione dei Trattati europei, dunque l’istituzione che vigila sul modo in cui gli Stati rispettano le regole che si sono date. Secondo: deve trasformare in proposte concrete gli orientamenti politici indicati dalle capitali, è una sorta di «super-ufficio» legislativo. Come si compone? Ci sono ventisette commissari, tanti quanti sono i Paesi che formano l’attuale Ue. Essi giurano l’indipendenza dagli Stati di provenienza. Sono scelti dal presidente della Commissione su designazione nazionale. A sua volta il presidente è indicato dal Consiglio europeo e deve avere l’approvazione del Parlamento. Che cosa fa il Parlamento? L’assemblea comunitaria, l’unica transnazionale eletta a suffragio universale, ha 736 deputati e svolge, nei confronti del Consiglio, un ruolo simile a quello di una seconda camera in un sistema bicamerale, visto che ha la possibilità di bocciare e di emendare le decisioni prese dai governi. Detiene anche un debole potere di iniziativa. Quali sono i fondamenti dell’Unione? Anzitutto il grande mercato unico con la libera circolazione dei cittadini, delle merci, dei servizi, dei lavoratori e dei capitali. L’Ue ha creato un grande mercato senza frontiere e gli ha dato una moneta unica che è vettore di stabilità. Ha portato una banca centrale e una politica monetaria uniche. E quando non è riuscita a trovare un accordo a Bruxelles, si è affidata a intese parallele, come quella di Schengen per l’abolizione dei controlli ai confini tra i Paesi membri. Si sente spesso parlare dei burocrati che ci condizionano da Bruxelles. E’ vero? Proprio così. La litania recita che «la Commissione propone e il Consiglio dispone». Nessuna legge viene approvata senza che uno Stato abbia avuto almeno l’occasione di modificarla. In Irlanda si vota sul Trattato di Lisbona. Che cosa vuol dire? Arrivato a ventisette soci, il club dell’Ue ha deciso di darsi nuove regole, così da essere più efficace nell’azione. Lo ha fatto con una carta firmata nella capitale portoghese nel dicembre 2007. Per entrare in vigore, però, essa deve essere approvata da tutti gli Stati. Nel giugno 2008 gli irlandesi l’hanno bocciata con un referendum. Adesso ci riprovano. Se passa, entrerà in vigore nel 2010. Ci sono altri tre Paesi che ancora non l’hanno approvato: Repubblica Ceca, Germania, Polonia.