FRANCESCA PACI, la Stampa 17/09/09, 17 settembre 2009
L’autunno caldo dei tacchi a spillo - La campagna dei sindacati inglesi: fanno male alle lavoratrici e sono sessisti - Qual è il peggior nemico della classe lavoratrice femminile britannica a un anno dalla crisi che ha messo in ginocchio il paese? Secondo i maggiori sindacati del Regno Unito il primo target dell’autunno caldo in arrivo è il tacco a spillo
L’autunno caldo dei tacchi a spillo - La campagna dei sindacati inglesi: fanno male alle lavoratrici e sono sessisti - Qual è il peggior nemico della classe lavoratrice femminile britannica a un anno dalla crisi che ha messo in ginocchio il paese? Secondo i maggiori sindacati del Regno Unito il primo target dell’autunno caldo in arrivo è il tacco a spillo. La campagna contro lo stiletto lanciata martedì dal Trade Union Congress potrebbe far sorridere, sintomo estremo del travaglio del laburismo anglosassone che perde il sostegno femminile guadagnato con Tony Blair ma rispolvera il vessillo femminista. Eppure, sostengono i medici, l’emblema della seduzione muliebre che più d’ogni altro calamita lo sguardo maschile, fa male davvero. Il neuroma di Morton, l’alluce valgo, la sindrome di Haglund, sono solo alcune delle patologie causate dalle scarpe troppo alte. L’uguaglianza tra uomo e donna insomma, comincia dalle calzature. Nell’impossibilità di colmare in tempi brevi il divario salariale giunto al livello record del 39 per cento, i sindacati hanno deciso tolleranza zero in materia d’abbigliamento. «I tacchi alti, benché facciano la loro figura sulle passerelle di Hollywood, non sono adatti al lavoro quotidiano», recita la mozione approvata a larghissima maggioranza. Ogni anno, tra problemi ai piedi e interventi alle articolazioni inferiori, la Gran Bretagna perde circa due milioni di giornate lavorative per un totale di 300 milioni di sterline (337 milioni di euro). «Non vogliamo imporre nulla alle donne ma permettere loro di decidere consapevolmente», spiega Lorraine Jones, portavoce della Society of Chiropodists and Podiatrists, l’associazione nazionale dei podologi che sostiene la battaglia sindacale. E pazienza per le mirabolanti performance erotiche promesse dalla rivista scientifica britannica European Urology, secondo cui lo stiletto di minimo 7 cm stimolerebbe i muscoli pelvici agevolando l’orgasmo femminile. Una notte di piacere in meno può far risparmiare decine d’appuntamenti dall’ortopedico. I pochi che svettano oltre la statura naturale con l’ausilio del doppio fondo nascosto sotto la suola, obbediscono esclusivamente alla propria incontenibile ambizione a non sfigurare accanto al torreggiante presidente Obama. Il problema è medico ma, se quattro donne britanniche su dieci sono pronte a indossare scarpe scomode purché siano alla moda, la soluzione non può che essere estetica. Le ballerine della passata stagione per esempio, meritevoli d’aver convinto anche le meno longilinee che non serve guardare negli occhi Carla Bruni per risultare eleganti come Audry Hepburn. In molti locali londinesi ne esiste una versione tascabile distribuita da apposite macchinette per 5 sterline (5,6 euro). Vincerà il partito della salute-prima-di-tutto o quello del feticismo applicato alla scarpa? Non sarà facile abbattere l’ultimo tabù sopravvissuto al rogo dei reggiseni. Neppure ripetendo alle interessate che camminare su trampoli da 7,5 centimetri aumenta del 76 per cento la pressione su gambe e piedi. Secondo la parlamentare conservatrice Nadine Dorries possono addirittura emancipare chi li indossa: «Se li bandissero da Westminster io, che sono bassina, non riuscirei neppure a farmi vedere dai colleghi». Loro, i colleghi, tacciono, consapevoli d’essere l’unico e vero arbitro di questa disputa.