Leonardo Martinelli, Il Sole-24 Ore 15/9/2009;, 15 settembre 2009
TLCOM UN DRAMMA NAZIONALE
Ieri ci ha provato una signora di 54 anni. Si è imbottita di barbiturici, in un’agenzia di France Télécom a Metz. I colleghi l’hanno trovata a terra, priva di sensi. Una frenetica corsa all’ospedale: si salverà. A Stéphanie, 32 anni, è andata diversamente: venerdì scorso, mentre i suoi colleghi stavano uscendo per rientrare a casa, in vista il sospirato fine settimana, si è lanciata dal quarto piano dell’edificio dove lavorava, in rue Médéric. Scaraventata su un marciapiede parigino. Morta.
il settimo suicidio a France Télécom a partire dal 13 luglio scorso, il 23?dal febbraio 2008. Contando quelli tentati e falliti si arriva a 34. Il colosso delle telecomunicazioni, 100mila dipendenti, era un tempo il miraggio del francese medio, proiezioneideale delle sue aspirazioni di un lavoro sicuro e ben retribuito.
Ora la Francia è sotto shock. Cosa è successo? Xavier Darcos, il ministro del Lavoro, incontrerà oggi Didier Lombard, l’amministratore delegato, criticato da più parti per aver sottovalutato troppo a lungo l’emergenza. Intanto il quotidiano Le Monde ha aperto un forum sul suo sito dove i lavoratori di France Télécom possono esprimere la propria opinione in forma anonima o indicando solo il nome: chi critica una «gestione del giorno dopo giorno fondata sul terrore, dove se resti al bagno più di un minuto devi fornire una giustificazione scritta»; chi denuncia le umiliazioni subite da coloro che hanno più di 50 anni («vogliono spingerli ad andarsene»). Ma c’è pure Michel,fornitore esterno di servizi informatici, che invidia i vantaggi, economici e non,dei dipendenti:«Quanti disoccupati – ricorda - sognano di lavorare in France Télécom».
Amministrazione pubblica fino al 1997, quell’anno i vertici di France Télécom ne fecero una società anonima: lo Stato iniziò ad aprire il capitale del gruppo, per prepararsi al big bang delle telecom, la liberalizzazione voluta da Bruxelles e avviata il 1? gennaio 2008. I dipendenti, avvezzi alla loro condizione di funzionari pubblici di un colosso monopolistico, si sono dovuti adattare a un cambiamento di regime e di mentalità. E alla sfrenata concorrenza dei privati, in particolare nel campo della telefonia mobile e internet. Il processo si è accelerato con la definitiva privatizzazione del gruppo nel 2004 (anche se lo Stato francese resta l’azionista di riferimento, con il 26,65% del capitale). Inizia quella che i sindacati chiamano la «corsa ai profitti », che ha dato i suoi risultati. France Télécom è diventata una sorta di «gallina dalle uova d’oro» per gli azionisti: perfino nel primo semestre di quest’anno ha continuato a macinare utili (in calo di appena il 4,35%, tutto sommato un successo in una fase di crisi economica come quella attuale).
Nel frattempo, il gruppo, per risparmiare, ha ridotto il personale. Nel periodo 2006-2008 sono stati eliminati 22mila posti di lavoro, in gran parte «su base volontaria», assicurano ai vertici, mentre per Pierre Morville, sindacalista di Cgc-Unsa, ci sono state tante «dimissioni forzate». «Da un giorno all’altro – spiega - si annuncia al dipendente che il suo posto è stato soppresso e che deve andare a lavorare a 50 o 100 chilometri di distanza. Se hai 50 anni e una famiglia, è difficile da vivere». Il problema è che France Télécom ha sempre meno bisogno di tecnici e sempre più di commerciali. Grazie al programma "It’s time to move" sono aumentati i trasferimenti. E proprio tanti tecnici over 40, con il golfino grigio e l’aria sperduta, si sono ritrovati a lavorare nei punti vendita dall’arredamento ultradesign di Orange, la filiale della telefonia mobile, accanto a giovani, spesso con contratti a durata determinata, supermotivati. Gran parte dei suicidi hanno avuto come protagonisti proprio esponenti di questa vecchia guardia.
L’opinione pubblica è tutta contro la "cattiva" France Télécom. «Perché da noi persiste questa sacralizzazione della funzione pubblica, una burocrazia completamente endogena, rinchiusa su se stessa», sottolinea François Dupuy, sociologo, docente all’Insead, che ha dedicato all’argomento vari libri. «Il pubblico impiego - continua - si evolve, anche per lo stipendio, sulla base dei diritti acquisiti e non guardando alla soddisfazione del cliente. Ritrovarsi sul mercato per queste persone diventa un dilemma. Il caso France Télécom ne è una prova ». Secondo Dupuy «pure con Sarkozy non è cambiato nulla: cerca di tagliare posti di lavoro nel pubblico impiego, ma non ha voluto modificare lo statuto del funzionario, come hanno fatto altrove, anche in Italia. Poi ci sono casi come France Télécom dove la trasformazione diventa necessaria, ma solo perché imposta da Bruxelles ». Sì, il funzionario necessario, intoccabile, rispettato. «La Francia ha grosse difficoltà ad adeguarsi a un mondo globalizzato», conclude. Per Marie Pezé, nota psicanalista, che riceve pazienti afflitti da «sofferenze sul posto di lavoro » all’ospedale Max-Fourestier di Nanterre, invece, «questo dibattito sul fatto che i dipendenti di France Télécom non hanno voglia di lavorare perché provengono dalla funzione pubblica è ingiusto. Quel gruppo ha portato avanti un’operazione di mobbing strategico per sbarazzarsi di una parte del personale. questa la realtà».
Intanto in rue Médéric i colleghi piangono ancora Stéphanie, precipitata un giorno qualunque, inutile, uggioso, su un marciapiede parigino. La sua tragedia. Forse un dramma francese • I suicidi
Sono 23 i dipendenti di France Télécom che si sono tolti la vita negli ultimi 19 mesi.L’ultima,una donna di 32 anni, si è gettata da una finestra al quarto piano della sede parigina della compagnia, venerdì scorso. Due giorni prima, un dipendente si era pugnalato allo stomaco durante un meeting. Dopo questo episodio, France Télécom ha annunciato lo stop al piano di ristrutturazione e il reclutamento di consulenti di sostegno ai manager. Ieri una dipendente di 53 anni, nella sede di Metz in Lorena, ha tentato il suicidio con una overdose di barbiturici
1997
I dipendenti di France Télécom in Francia sono 138.700: l’84% della forza lavoro complessiva impiegata dalla compagnia.
Viene avviata la privatizzazione del colosso pubblico
2002
Gli addetti in Francia scendono a 101.400: il 71,5% del totale impiegato nel mondo
2008
La forza lavoro nelle sedi francesi scende a 66.500 dipendenti: solo il 65% dei dipendenti totali