Financial Times, 15 settembre 2009, 15 settembre 2009
Le galline stanno diventando uno dei nodi più intricati del commercio globale. Gli americani mangiano soprattutto il petto e le cosce, amano poco le ali e scartano del tutto le zampe
Le galline stanno diventando uno dei nodi più intricati del commercio globale. Gli americani mangiano soprattutto il petto e le cosce, amano poco le ali e scartano del tutto le zampe. I cinesi invece mangiano proprio le zampe, fritte con salsa di soia. I produttori americani si sono accorti che quelle zampe vendute a 2 centesimi alla libra negli Stati Uniti, in Cina possono essere piazzate per un prezzo di venti volte maggiore. E lo scorso anno la Cina ha importato 580mila tonnellate di carne di pollo americano. Lo scorso weekend Pechino ha annunciato l’avvio di un’indagine sulle importazioni di pollo americano, ipotizzando operazioni di dumping. Ma gli scontri sul pollo, tra un lato e l’altro del Pacifico, proseguono da tempo. Nel 2004, a causa dell’aviaria, i due governi hanno bloccato del tutto gli scambi di pollo. Dopo un anno e mezzo però la Cina ha riaperto le sue frontiere, e gli Usa no. In aprile Pechino ha portato il caso al Wto, quindi ha vietato le importazioni di pollo da molti stati americani e nelle ultime settimane ha bloccato numerose navi cariche di carne di gallina in arrivo dagli Usa.