Alessandra Menzani, Libero 15/09/2009, 15 settembre 2009
Mantenuti e felici Due anni di film a spese dello Stato - I nostri registi sono bravissimi. I migliori
Mantenuti e felici Due anni di film a spese dello Stato - I nostri registi sono bravissimi. I migliori. Bravissimi a scucire banconote alle casse statali per finanziare i loro film. Abilissimi a realizzare, con quei quattrini, opere che vedono i parenti stretti oppure che nemmeno escono nelle sale. Eccellenti, poi, nel classico esercizio dello sputare nel piatto in cui mangiano. Altri sono bravi davvero, senza ironia, perché vendono biglietti e macinano milioni di euro al box office. Ma la regola vale per tutti: il cinema italiano, quello bello e quello brutto, quello di successo e quello che non si fila nessuno, quello di sinistra e quello di destra (quasi inesistente) è pagato dallo Stato. Cioè da noi. 2007, i successi e il flop Nella nostra inchiesta sui soldi pubblici che sostengono il cinema iniziamo a prendere in esame gli anni 2007 e 2008, che rispettivamente hanno raggiunto i 34.500.000 e i 43.000.000 di euro di contribuiti statali ai film ritenuti di ”interesse culturale”. Nel 2007 la pellicola che ha ricevuto più soldi (2 milioni di euro) è stata ”Gomorra” di Matteo Garrone. Un caso, insieme al ”Divo” e pochi alti, di soldi spesi bene dal punto di vista delle entrate. Come pure gli amplessi di Nanni Moretti con Isabella Ferrari in ”Caos Calmo”, costati 1.500.000 euro ma redditizi al botteghino. Ma tocca segnalare una lunghissima serie di fiaschi che vanno da ”Il mattino ha l’oro in bocca”, la storia del giocatore d’azzardo Marco Baldini che a fronte di un finanziamento di 1.900.000 euro ha incassato 1.045.000 euro; lo straziante ”Il passato è una terra straniera” (stesso contribuito, guadagno di 721.000 euro); l’inguardabile ”Bird Watchers” di Marco Bechis, film ambientato tra gli indios del Sudamerica (1.200.000 euro dalla casse statali, incasso di 347.000 per il film passato lo scorso anno a Venezia). Non si può dire che abbia avuto successo nemmeno lo strombazzato ”Sangue pazzo” di Marco Tullio Giordana con la solita Monica Bellucci mezza nuda: ha intascato un assegno di 1.400.000 euro, ma nelle sale non ha superato quota un milione. Come anche il delizioso ”Generazione mille euro” che con l’incasso di un milione e duecento euro non ha pareggiato i conti (1.600.000 di finanziamento statale). La cosa più desolante da constatare è sempre la stessa. Ossia che abbiamo aperto il portafogli per finanziare opere che non hanno mai visto la luce. Oppure, se ne hanno vista un barlume, non hanno lasciato un segno tangibile del loro passaggio. Nel 2007 scorriamo infatti un elenco di film desaparecidos come ”Laria” di Valeria Ialongo, ”I cuccioli e il codice di Marco Polo” di Sergio Manfio, ”Tutto d’un fiato” di Lucio Pellegrini, ”Cristina da Pizzano” di Stefania Sandrelli e tanti altri che non citiamo perché presi dallo sconforto. A questi titoli sono state concesse cifre che vanno dal milione al milione e seicento euro a botta. Filmauro e Raicinema sono le società di produzione a cui è andata la fetta più corposa dei finanziamenti, seguite dalle sinistrissime Fandango (Domenico Procacci è quello che ha portato in Italia ”Videocracy” e che ha prodotto ”Caos Calmo”) e Sacher Film, quella di Nanni Moretti. i finanziamenti del 2008 Le cose non vanno meglio nel 2008, dove la spesa statale per il cinema è cresciuta rispetto all’anno precedente. Alcuni film che hanno ricevuto i contribuiti hanno ottenuto buoni incassi. Come ”Questioni di cuore” di Francesca Archibugi che a fronte di un finanziamento di 1.900.000 euro ha guadagnato 2.727.000 euro nella sala pubblica. E poi ”Ex” di Fausto Brizzi, ”Italians” di Giovanni Veronesi e ”No problem” di Vincenzo Salemme, commedie di cassetta che hanno avuto un notevole sostegno da parte dei Beni Culturali. ”Il caso dell’Infedele Klara” ha avuto un riconoscimento di due milioni di euro, ma il regista Roberto Faenza ha deciso di rinunciarvi. Per fortuna per lo Stato, perchè il film che a tratti rasentava il ridicolo ha racimolato solo 805.000 euro. ”Fortapasc” del bravo Marco Risi ha messo in tasca un gruzzolo pari a 1.800.000 euro ma ai botteghini non ha superato i 711.000. Deprimente è il caso della ”Scossa” del mitologico Citto Maselli (’Le Ombre rosse”): ha ottenuto ntascato 200.000 euro e ne ha guadagnati zero. Nel 2008 la società che ha ricevuto più quattrini è la solita Fandango, che ha beneficiato in tutto di 2.525.000 euro, seguita da Lumpere & Co e Minerva Picture Group. C’è poi il delicato caso di ”La prima linea”. La pellicola ha suscitato polemiche perché riceve 1,5 milioni di euro dai Beni Cultuali per raccontare (si teme in maniera celebrativa) la storia di Sergio Segio, noto ex terrorista e militante della sinistra extraparlamentare degli anni Settanta. Il film di Renato De Maria, con Riccardo Scamarcio e Giovanna Mezzogiorno, è stato presentato domenica scorsa a Toronto dopo essere stata scartata dal Festival di Venezia perché giudicata troppo di sinistra. E abbiamo detto tutto.