Aldo Grasso, Corriere della Sera 15/09/2009, 15 settembre 2009
Iacona fa inchieste in stile Gabanelli - Non è possibile. Non è vero. Non ci credo. Più le negazioni si accumulavano e più l’inchiesta di Domenico Iannacone faceva strame delle ultime resistenze del buon senso
Iacona fa inchieste in stile Gabanelli - Non è possibile. Non è vero. Non ci credo. Più le negazioni si accumulavano e più l’inchiesta di Domenico Iannacone faceva strame delle ultime resistenze del buon senso. Questo giornalista, per verificare se è vero che in Calabria sono state accettate 34.000 domande di condono e la costruzione in zone sismiche è fatta all’acqua di rose da tecnici fantasma, si è finto ingegnere, ha scaricato da Internet alcuni progetti contraffatti, ha compilato i moduli necessari, si è presentato al Genio Civile e, poco tempo dopo, ha ottenuto tutti i permessi per costruire una casa che non sarebbe rimasta in piedi un solo minuto. Senza controllo. E poi le case rovinano alla prima scossa. L’inchiesta faceva parte di «Presadiretta», il programma di Riccardo Iacona dedicato al terremoto d’Abruzzo e che ha cercato, con una serie di inquietanti domande, di dare un risposta alla tragedia: come mai all’Aquila si è costruito un quartiere intero con 30 mila abitanti su una faglia attiva? Perché tutti gli studi di vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, scuole comprese, non sono mai stati presi in considerazione dagli amministratori locali? Come è stato possibile che dopo 4 mesi di scosse continue, sempre più frequenti e sempre più forti, non si sia fatto nulla per allertare la popolazione? Quante vite umane, quanti feriti e quante distruzioni si potevano evitare se si fosse dato retta a quegli studi e alle grida di allarme dei geologi dell’Università dell’Aquila? (Raitre, domenica, ore 21). Iacona è anche andato a trovare i parenti di alcune vittime: ne è venuto fuori un racconto straziante, anche per la superficialità con cui le varie autorità hanno affrontato la situazione, soprattutto per prevenire il disastro. Lo stile del programma di Iacona ricorda più la Gabanelli che Santoro. E questo è un grande complimento.