GIACOMO GALEAZZI, la Stampa 14/09/2009, 14 settembre 2009
Il Papa: obiezione in farmacia - Benedetto XVI chiama i farmacisti cattolici all’obiezione di coscienza per impedire la vendita della Ru486 e del kit-eutanasia
Il Papa: obiezione in farmacia - Benedetto XVI chiama i farmacisti cattolici all’obiezione di coscienza per impedire la vendita della Ru486 e del kit-eutanasia. «Non vendete farmaci contro la vita», ammonisce Benedetto XVI nel messaggio inviato al congresso mondiale dei farmacisti cattolici in Polonia. «Non è possibile anestetizzare le coscienze sugli effetti di molecole che hanno come fine quello di evitare l’annidamento di un embrione o di abbreviare la vita di una persona - avverte il Papa -.Il farmacista deve invitare ciascuno a un sussulto di umanità, affinché ogni essere sia tutelato dal suo concepimento fino alla sua morte naturale e i farmaci svolgano veramente il ruolo terapeutico». I farmacisti cattolici non possono rinunciare alle esigenze della loro coscienza in nome delle leggi del mercato e devono sempre rispettare la legge morale della Chiesa sul rispetto della vita umana. «Nella distribuzione delle medicine - sottolinea il Pontefice -.Il farmacista non può rinunciare alle esigenze della sua coscienza in nome delle leggi del mercato, né in nome di compiacenti legislazioni». Perciò, «il guadagno, legittimo e necessario, deve essere sempre subordinato al rispetto della legge morale e all’adesione al magistero della Chiesa». Inoltre, «per il farmacista cattolico l’insegnamento della Chiesa sul rispetto della vita e della dignità della persona umana sin dal suo concepimento e fino ai suoi ultimi momenti, è di natura etica e morale», quindi «non può essere sottoposto alle variazioni di opinioni o applicato secondo opzioni fluttuanti». Ma Sergio Dompé, presidente di Farmindustria, l’associazione dei produttori di farmaci, ribatte così al Pontefice che chiede di non mettere in commercio farmaci non rispettosi della dignità della persona umana: «La nostra missione è offrire soluzioni ai problemi, dunque grande rispetto per il Papa ma dobbiamo mettere a disposizione le soluzioni esistenti. Da quelle contro le tante patologie per sconfiggere le quali oggi sono presenti farmaci efficaci ai problemi individuali anche in relazione al fine vita o al concepimento». Insorge anche la Federfarma, l’associazione dei farmacisti: «A fronte della prescrizione, il farmacista è tenuto per legge a rispettare la decisione del medico, a dispensare il farmaco o a procurarlo entro il più breve tempo possibile». E’ ammesso solo il «controllo sulla correttezza delle prescrizioni o eventuali errori», ma «per la figura del farmacista non è prevista obiezione di coscienza». E il senatore-medico Ignazio Marino(Pd) osserva: «Nello svolgere il loro lavoro i farmacisti devono obbedire alle leggi dello stato laico, altrimenti rinuncino ad avere una farmacia». Mentre nel messaggio si appella all’obiezione di coscienza, nell’Angelus Benedetto XVI esorta tutti i cristiani ad «avere coraggio anche pagando di persona», perché «chi dice di avere fede ma non ama il prossimo non è un vero credente» e «per salvarsi servono vita e comportamento purissimi». A nome del Papa il ministro vaticano della Salute, Zygmunt Zimowski denuncia il «rischio di un disastro umanitario e sanitario mondiale». Nel terzo mondo, accusa l’arcivescovo Zimowski, «mancano i farmaci di prima necessità e le prestazioni di base che garantiscono la difesa primaria». Per motivi economici «vengono trascurate» le malattie tipiche dei Paesi in via di sviluppo. «Non costituiscono un mercato abbastanza ricco, sebbene muoiano milioni di persone - stigmatizza Zimowski -.Intanto il business dei farmaci contraffatti prolifera sui falsi vaccini e gli antibiotici senza principio attivo che creano ceppi batterici resistenti. E come eccipienti si usano sostanze tossiche che ad Haiti e Nigeria hanno portato alla morte molti bambini». * Annarosa Racca, di Federfarma: «Sono credente ma non posso violare la legge» Annarosa Racca, presidente di Federfarma, raccoglie l’appello di Benedetto XVI? «No. Massimo rispetto per la sensibilità religiosa, io stessa sono cattolica, ma non possiamo violare le leggi dello Stato. Per fortuna nostra la Ru4686 riguarda gli ospedale e quella sì interrompe una vita. Quando invece ci arriva la ricetta per la pillola, non è solo un anticoncezionale, serve in mille patologie. Nella pre-menopausa, per disfunzioni ormonali, persino per l’acne». Quindi? «Io non posso appurare che uso faccia la cliente della pillola. Devo limitarmi a verificare la correttezza della prescrizione. E’ così che ieri ho salvato una persona in gestosi gravidica. Le era aveva stata prescritta una cura errata, io mi sono rifiutata di darle quei farmaci e ho chiamato il medico che mi ha detto di essersi sbagliato». E l’obiezione di coscienza? «La legge sull’obiezione è stata scritta per i medici non per i farmacisti. Noi siamo al servizio dello Stato e dobbiamo applicarne le leggi, cioè dispensare il farmaco prescritto e se non ce l’abbiamo procurarcelo il prima possibile. Non possiamo contrastare la decisione del medico: si crea un conflitto illegale se interferiamo con la diagnosi-prescrizione».