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 2009  settembre 14 Lunedì calendario

Soltanto 80 mila richieste di regolarizzazione: se ne aspettavano 700 mila - Badanti, la sanatoria è un flop - Non decolla la sanatoria per colf e badanti

Soltanto 80 mila richieste di regolarizzazione: se ne aspettavano 700 mila - Badanti, la sanatoria è un flop - Non decolla la sanatoria per colf e badanti. Stando agli ultimi dati del Viminale, quando mancano meno di venti giorni al termine per la regolarizzazioni, gli anziani e le famiglie che si avvalgono di un aiuto in casa sembrano latitare. «Ci aspettiamo tra le 500 e le 700 mila domande», dicevano dall’Inps, di fronte a questa sanatoria, l’ultima possibile secondo il governo. A ieri le domande presentate sono state solo 54 mila. Poco di più - appena 80 mila - le richieste dei moduli da scaricare con Internet. «Se va avanti così sarà un bel problema. Arriveremo appena al 20% del tetto previsto. Con enormi problemi di legalità e di gestione famigliare, venendo a mancare contributi preziosi di colf e badanti», denuncia Teresa Benvenuto, segretaria nazionale dell’Associazione dei datori di lavoro domestico aderente a Confedilizia. La barriera di Internet «Si pensa alle famiglie come se fossero imprenditori. Vengono lasciate sole nelle procedure. Saranno lasciate sole quando fallirà questa regolarizzazione», rincara la dose Giuseppe Vallifuoco del Centro immigrati della Cgil di Milano. A Milano - la città dove sono state scaricate più domande, quasi 14 mila, il 17,2% del totale - più di 3000 persone negli ultimi dieci giorni hanno bussato solo alla Camera del Lavoro per avere delucidazioni. Le pratiche vengono definite farraginose. Molti anziani che hanno necessità di regolarizzare la badante non hanno mai viaggiato in Internet. Spaventano quei 500 euro a fondo perduto che devono accompagnare la domanda. Sono poche le famiglie che hanno necessità di una colf per almeno 20 ore al giorno. Il tetto dei 20 mila euro necessari per regolarizzare un collaboratore famigliare è spesso un miraggio nell’economia al tempo della crisi. Gli aiuti che solitamente arrivano dagli altri famigliari non possono essere conteggiati. Dal sindacato dove i primi giorni a bussare erano soprattutto extracomunitari, i più interessati ad esere messi in regola per avere un permesso di soggiorno, i più timorosi delle possibili conseguenze di un fallimento della normativa, arrivano previsioni a tinte scurissime. «Questo è un provvedimento solo ideologico. L’accelerazione degli ultimi giorni non compenserà il numero di domande che saranno esigue. Il sistema dell’assistenza sociale andrà in crisi. Ma sarà salvo il pacchetto sicurezza. Bisogna vedere quali obiettivi reali aveva il governo», si chiedono alla Camera del Lavoro di Milano. Anche per l’Ancot, l’Associazione nazionale dei consulenti tributari, il reddito richiesto di 20 mila euro è troppo alto. I calcoli medi sono stati fatti sulla base dell’ultima dichiarazione dei redditi. «Soltanto in Lombardia e nel Lazio si dichiarano redditi medi per contribuenti superiori ai 20 mila euro». Dai Consulenti del Lavoro arriva la denuncia sul rischio che i datori di lavoro saranno lasciati soli nel gestire i rapporti di lavoro con il personale: «Far emergere il lavoro irregolare è una cosa. La gestione conseguente del rapporto di lavoro è un’altra». Cosa succede dopo? Mancano meno di venti giorni alla fine del termine per presentare le domande e molte famiglie attendono ancora delle risposte. Quelle che sintetizza con una considerazione la segretaria nazionale dell’Associazione dei datori di lavoro domestico: «Dalla fine della presentazione delle richieste di regolarizzazione, sarà perentorio non avere rapporti di lavoro non in regola. Ma dove si troverà una manodopera equivalente, se non tutti i 700 mila casi saranno denunciati e regolarizzati?». La domanda è sommersa nelle statistiche di questi primi dieci giorni. Dove in cima alla classifica delle nazionalità di colf e badanti già denunciati - primi ucraini e moldavi, seguono i marocchini - c’è la mappa di un’Italia che non può fare a meno degli extracomunitari. «I dati di oggi non sono significativi», dice Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai problemi della famiglia. Ma non sono poche le domande di regolarizzazione già presentate? «Nel ”92 per convincere Umberto Bossi gli dissi che la regolarizzazione avrebbe riguardato poche decine di migliaia di clandestini. Arrivarono 800 mila domande. Allora contava la graduatoria, adesso basta presentare la domanda entro fine mese. La gente per ora si informa». E fa l’elenco dei problemi... «Alcune criticità sono già emerse. Il ministero del Lavoro deve risolvere il problema dei contributi pregressi che devono versare i datori di lavoro. C’è chi teme le sanzioni... Va corretto poi il modulo, nel punto in cui si parla della residenza delle badanti...». Veramente l’obiezione prevalente è quella del reddito minimo di 20 mila euro.. «Come dipartimento della Famiglia ci eravamo detti contrari. Ma il minimo vale solo per le colf e non per le badanti». Le procedure non avrebbero potuto essere più semplici? «Intanto ci sono i patronati che si sono già attivati per spiegare la normativa. Ma questo della difficoltà, non vorrei fosse un alibi. Ho visto che le stesse persone che si lamentavano giustamente che non potevano regolarizzare colf e badanti, oggi mi dicono che non possono pagare i contributi. Ho il sospetto che si tratti solo di scuse. Io consiglio di presentare la domanda e pagare solo se ci sono tutte le condizioni. Chi non mette in regola rischia. E questa regolarizzazione non sarà un fallimento»